Lutto a Cervere per la scomparsa di Santino Chiaramello

Fu vicesindaco ai tempi della costruzione della Casa di riposo

È deceduto questa mattina, mercoledì 26 novembre all’età di 75 anni, dopo una lunga malattia, Santino Chiaramello, uomo amato e stimato, figura capace di lasciare un segno profondo nella sua famiglia, nella comunità cerverese e nel mondo del lavoro.
Santino Chiaramello viene ricordato dai suoi cari come un uomo onesto, umile, determinato. Amante della lettura, dei paesaggi, della bellezza in ogni sua forma, ha trasmesso a figli e alla nipote il valore dell’impegno, della curiosità e dell’apertura verso il mondo.

Le figlie Elena ed Elisabetta lo raccontano così: “Papà ha affrontato tutto con coraggio. In questi vent’anni di malattia non ha mai smesso di lottare: è sempre andato in montagna, nell’orto, ha continuato a lavorare e a giocare a tennis finché il fisico glielo ha permesso. Era un combattente”.
A lui era legatissima la nipote Miriam, 12 anni, alla quale si è dedicato con cura, amore e attenzione quotidiana. La sua presenza, discreta ma solida, è stata per molti un punto di riferimento: da amici a colleghi, sono numerosi i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia in queste ore, in cui viene ricordato come “un signore”, una persona corretta, dal grande cuore.

Negli Anni ‘80 e ‘90 Chiaramello fu vicesindaco di Cervere per quindici anni, al fianco del sindaco Bartolomeo Cornaglia.
Con caparbietà e dedizione fu uno dei principali sostenitori della realizzazione della Casa di Riposo, una struttura che ancora oggi rappresenta un patrimonio per il paese.
Sempre come amministratore contribuì alla nascita delle prime Estate ragazzi e alle settimane in campeggio in montagna per i più giovani.

Entrato in Abet Laminati come commerciale con l’estero, la sua determinazione lo portò a diventare direttore commerciale di Lamicolor, azienda del gruppo Abet.
Il lavoro lo portò a viaggiare in ogni parte del mondo: negli Emirati Arabi e a Dubai quando erano ancora deserto, in Estremo Oriente, in tutta Europa e in America Latina. Parlava fluentemente inglese e francese, e anche un po’ di tedesco.
Le figlie ricordano con orgoglio quel periodo: “Eravamo fiere di lui: era l’unico papà che prendeva sempre l’aereo quando eravamo piccole. Ci ha trasmesso l’idea romantica del viaggio: per lui era apertura mentale, incontro con l’altro”.
Fino alla fine ha fatto parte del Consiglio di amministrazione di Lamicolor, mantenendo il legame con l’azienda che aveva segnato gran parte della sua vita.

Lo sportivo: corridore, tennista e soprattutto calciatore

Lo sport ha accompagnato Chiaramello per tutta la vita. Tornava dal lavoro e andava a correre, trovava tempo per il tennis, ma la passione più grande rimase sempre il calcio.
Negli Anni ‘70 giocò in Serie D a Torino, poi nei Maghi della Saviglianese e nel Bra.
A fine carriera non appese semplicemente gli scarpini al chiodo: continuò come allenatore degli Orange, portando nel campo la stessa serietà e determinazione che metteva in ogni aspetto della sua vita.

La lunga malattia affrontata con forza

La prima manifestazione della malattia risale a vent’anni fa, con un tumore alla prostata. Negli anni non ha mai perso la determinazione: si è sempre curato con attenzione, restando autonomo il più possibile.
Il periodo più difficile arrivò tra il 2018 e il 2019, con un peggioramento che lo provò profondamente. Durante il Covid ebbe molta paura, ma continuò a lottare affidandosi alla sua oncologa. L’ultimo anno è stato segnato da un progressivo indebolimento, fino all’episodio ischemico di una settimana fa che ne ha aggravato ulteriormente le condizioni.

I funerali di Santino Chiaramello saranno celebrati venerdì 28 novembre alle 10,30 nella parrocchiale di Cervere, con partenza dall’ospedale Carle di Cuneo.
Il rosario sarà recitato giovedì 28 novembre alle 21, nella stessa chiesa.
Lascia la moglie Giuliana Castellano, le figlie Elena con Federico, Elisabetta con Alessandro, la nipote Miriam e la sorella Franca.

Cervere perde oggi un uomo buono e tenace, che ha saputo donare alla sua comunità molto più di quanto abbia mai detto o rivendicato.