Agricoltura, l’allarme di Cia Cuneo: “Prezzi troppo bassi mettono a rischio il futuro delle imprese”

Il bilancio di fine annata del presidente Claudio Conterno

Cia Cuneo - l'inaugurazione dei locali di Cuneo
Cia Cuneo - l'inaugurazione dei locali di Cuneo

"Un’annata nel complesso positiva sul piano produttivo, ma resa fragile da prezzi troppo bassi, che non coprono i costi e rischiano di mettere a rischio il futuro delle nostre imprese".

Così il presidente provinciale di Cia Agricoltori Italiani di Cuneo, Claudio Conterno, ha aperto giovedì la conferenza stampa di fine annata agricola nella sede di piazza Galimberti.

"Molti comparti - ha detto Conterno - hanno registrato buoni risultati, a tratti eccellenti, ma la redditività resta insufficiente: vale per il vino, dove i prezzi pubblicati a San Martino sono sotto la soglia dei costi di produzione, e vale per buona parte delle produzioni frutticole, cerealicole e zootecniche. Se il valore riconosciuto agli agricoltori non rispecchia ciò che spendono per produrre, non possiamo parlare di sostenibilità economica".

Conterno ha richiamato l’attenzione sui numeri dell’ultimo quadriennio, che restituiscono un quadro preoccupante: 1.641 imprese agricole in meno in provincia di Cuneo, dalle 19.108 del 2020 alle 17.467 del 2024, con una media di oltre 400 chiusure all’anno. Un trend che riflette ciò che accade su scala regionale, dove il Piemonte conta 47.001 aziende attive su 912.546 ettari di Sau, ma registra un calo che negli ultimi due anni ha accelerato fino al -3% annuo, spinto da crisi ricorrenti e costi produttivi in crescita. "Il rischio è evidente - ha ribadito Conterno -: senza reddito le aziende chiudono, soprattutto quelle medio-piccole. E quando un presidio agricolo si spegne, il territorio perde valore, cura, paesaggio e opportunità".

Un passaggio forte del suo intervento, Conterno l’ha riservato al rischio della proliferazione dei pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli favorito dagli ultimi provvedimenti governativi: "Gli impianti agrivoltaici a terra sono una deriva speculativa che divora suolo fertile e altera il mercato fondiario. Prima di sacrificare i campi, si installi il fotovoltaico sui tetti dei capannoni, delle stalle e delle strutture esistenti. Difendiamo l’agricoltura vera, non la finanza travestita da transizione green".

Il presidente ha poi tracciato una sintesi dei principali comparti. L’apicoltura mostra segnali di ripresa grazie all’acacia, pur tra difficoltà strutturali come la Varroa e la concorrenza dei mieli esteri. La castanicoltura vive un’annata disomogenea, con ottime pezzature dove le piogge hanno aiutato e rese limitate nelle zone siccitose; le varietà pregiate mantengono quotazioni elevate, ma in montagna il cambiamento climatico pesa sempre di più. La cerealicoltura registra un miglioramento delle rese nei cereali a paglia e un andamento più irregolare del mais, mentre i prezzi restano troppo bassi per coprire i costi crescenti. La corilicoltura è segnata da forti differenze territoriali: l’Alta Langa conferma qualità e rese buone, mentre molte zone di pianura e collina denunciano produzioni scarse; persistono nodi relativi agli impianti ormai datati e alla cimice asiatica.

Molto positiva, invece, la frutticoltura, con una delle migliori annate recenti per qualità e volumi di pesche, ciliegie, mirtilli e susine, e una campagna delle mele nel complesso soddisfacente; male le pere, penalizzate dalle piogge in fioritura. L’orticoltura registra produzioni abbondanti e di qualità, ma soffre volatilità dei prezzi, costi in aumento e difficoltà di reperimento della manodopera. Sul fronte zootecnico, il latte mantiene una certa stabilità pur con primi segnali di calo sui formaggi; la carne bovina vive una fase remunerativa grazie alla maggiore domanda, nonostante le difficoltà sanitarie; il comparto suinicolo, pur non colpito dalla Psa in provincia, risente delle restrizioni che hanno frenato i movimenti e generato incertezza. Per il vino, infine, l’annata agronomica è ottima, ma “sotto 1,20 euro al chilo di uva non si coprono i costi: lavorare in perdita non è un’opzione per nessuna azienda”, ha concluso Conterno.

Alla conferenza è intervenuto anche il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, che ha richiamato il valore dell’agricoltura come presidio economico, ambientale e sociale: "Le nostre aziende svolgono un ruolo strategico per la cura del territorio e per l’equilibrio delle aree rurali. Ma tutto questo non è garantito se mancano reddito, tutele e visione politica. Per questo il 18 dicembre saremo a Bruxelles, con la mobilitazione di Cia contro i tagli alla Pac: chiediamo segnali chiari, non passi indietro che mettono in difficoltà chi produce cibo e presidia il territorio ogni giorno".

In chiusura, il direttore provinciale di Cia Cuneo, Igor Varrone, ha inaugurato insieme a Conterno e Carenini il raddoppio dei locali della sede provinciale, sullo stesso piano di quella esistente: "È un passo importante, che conferma la crescita della nostra Organizzazione e rafforza i servizi per imprese e cittadini. La nostra struttura territoriale è in espansione: nelle prossime settimane inaugureremo anche due ampliamenti strategici nelle sedi di Saluzzo e Bra. Significa che Cia continua a investire, innovare e crescere insieme alle aziende agricole di questa provincia".