Le parole contano

Sarebbe bello che alcune “Giornate mondiali per…” non fossero più necessarie, non servissero più a nulla, segno che il tema è superato, che il problema è risolto, che l’argomento non è più all’ordine del giorno. E invece non è così per tanti temi e tante problematiche. E non lo è per l’eliminazione della violenza contro le donne che ha come data simbolo quella del 25 novembre, ma che - evidentemente - dovrebbe essere messa in agenda ogni singolo giorno dell’anno. Una giornata per accendere i riflettori su un fenomeno che non accenna a diminuire, per fare cultura del rispetto, di parità di genere. Per dare più strumenti alle donne per difendersi dalle violenze e dalle minacce di violenza. Per insegnare a tanti maschi ad essere uomini, diventare umani.
La Fedeltà, oltre a dedicare spazio alle varie iniziative di tante realtà che tutto l’anno si occupano di queste tematiche, ha aderito ad una campagna dell’associazione monregalese MondodìDonna che ha chiesto a giornaliste e giornalisti di metterci la faccia attraverso cartelloni pubblicitari e pubblicazioni sui social. Oltre alla faccia, e ancora di più, è un impegno a usare le parole giuste. Che vale soprattutto per chi fa informazione, ma in realtà riguarda tutti. Nelle parole c’è il valore che diamo a ciò (e a chi) quelle parole rappresentano. C’è il nostro rapporto con ciò che ci circonda e con le persone che abbiamo di fronte. Le parole contano, perché diventano anche azioni. Non è mai solo questione di forma, ma anche di sostanza. Anzi la forma è in grado anche di modificare la sostanza. Nel bene e nel male. C’è ancora tanta, tantissima, strada da fare prima di poter dire che la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne non serve più. Nessuno deve sentirsi escluso.