“La verità secondo Maureen K.” – “L’ultima luna di settembre”

La Verita Secondo Maureen K

LA VERITÀ SECONDO MAUREEN K.

di Jean-Paul Salomé; con Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, François-Xavier Demaison, Pierre Deladonchamps, Francia, 2022, durata 122 minuti. 

Il film si apre con alcune sequenze dal forte impatto di cui poi, nel corso del film capiremo meglio oggetto e modalità. Maureen Kearney rappresentante sindacale di un’importante multinazionale dell’energia nucleare che viene aggredita in casa sua e brutalmente ferita. Visti il ruolo del personaggio e la gravità dei fatti le indagini della polizia partono serrate, ma più la situazione si evolve e più la posizione di Maureen si complica, e la donna da vittima si trasforma in sospettata. I poliziotti, gonfi di idiozia e pregiudizi, si rivelano pessimi investigatori e cani da guardia del potere. La Kearney infatti ha scoperto un piano attraverso il quale la principale società francese nel campo del nucleare sta per cedere asset importantissimi ad una multinazionale cinese. A lei, sindacalista la cosa interessa in modo particolare perché questo significherebbe la perdita netta di qualcosa come 50.000 posti di lavoro, migliaia di famiglie sul lastrico. Per la Francia la cessione di Areva sarebbe qualcosa di molto, molto più grave…

Tratto dall’omonimo libro-inchiesta della giornalista del “Nouvel Observateur” Caroline Michel-Aguirre, e con al centro le reali traversie vissute da Maureen Kearney, sindacalista indomita che si è ritrovata a fronteggiare una delle realtà economiche più potenti e industrialmente strategiche della Francia, il film di Jean-Paul Salomé è un thriller politico acuto e tagliente che si trasforma presto in un serrato atto d’accusa al blocco di potere industriale, economico e giudiziario francese e, al contempo, all’arroganza del capitalismo e degli organi di potere. Interamente costruito intorno ad una Isabelle Huppert/ Maureen Kearney a dir poco gigantesca, il film di Jean-Paul Salomé intreccia con sapienza i generi - film di denuncia sociale e politica, thriller psicologico, documentario - riuscendo a tenere (quasi) sempre alta la tensione attraverso il difficilissimo percorso che Isabelle / Maureen è costretta a compiere per riabilitare se stessa lottando con un potere dalle mille facce e dai mille tentacoli, in grado di scambiare il giorno con la notte, la verità con la menzogna, la vittima con la colpevole. Una battaglia nella quale Mauren si trova a lottare con il solo appoggio di uno splendido marito (e bisogna ammettere che Mauren non è una donna con cui sia facile vivere) una guerra sordida senza esclusione di colpi. Da vedere.  

L Ultima Luna Di Settembre

L’ULTIMA LUNA DI SETTEMBRE

di Amarsaikhan Baljinnyam; con Amarsaikhan Baljinnyam, Tenuun-Erdene Garamkhand, Damdin Sovd, Davaasamba Sharaw, Tserendarizav Dashnyam, Delgersaikhan Danaa, Adiya Rentsenkhorloo, Batbayar Dashnanzad, Evan Millard, Ariunbat Otgonbayar, Mongolia, 2022, durata 90 minuti. 

Tulgaa si è trasferito da tempo in città quando una telefonata gli comunica che l’anziano padre è gravemente malato. L’uomo decide così di far ritorno al villaggio sulle remote colline della Mongolia per assistere quello che in realtà non è il suo vero padre biologico ma il patrigno che l’ha cresciuto e amato come se fosse un figlio. Non molti giorni dopo però la vita fa il suo corso e l’anziano padre adottivo muore.  Nonostante ciò Tulgaa sceglie di restare a vivere nella yurta di famiglia per portare a termine il raccolto che aveva promesso di completare prima dell’ultima luna piena di settembre e rimettere in ordine i campi. Mentre lavora al raccolto di fieno, Tulgaa incontra Tuntuulei, un bambino di dieci anni che vive da solo con i nonni e governa un gregge mentre la madre lavora in città. Il primo approccio tra i due non è dei più gradevoli, infatti dopo un breve diverbio Tuntuulei (Tenuun-Erdene Garamkhand) prende a sassate Tulgaa (Amarsaikhan Baljinnyam ) per poi darsi alla fuga. Ma, nonostante il turbinoso approccio, presto tra i due nasce un rapporto che con il passare dei giorni diviene sempre più profondo. Tulgaa è stato cresciuto da un patrigno, Tuntuulei a sua volta, orfano di padre e con una madre lontana, cerca più o meno consapevolmente una figura paterna cui fare riferimento. La chimica dei sentimenti lentamente si sviluppa tra il ragazzino e l’uomo maturo, e Tulgaa prende Tuntuulei sotto la propria ala protettrice scoprendo di poter essere il padre che il ragazzo non ha mai avuto. 

Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di T. Bum-Erden e sceneggiato, diretto e interpretato da Amarsaikhan Baljinnyam nel ruolo del protagonista Tulgaa, il film è una deliziosa storia sull’infanzia e la genitorialità, un racconto semplice e intenso che attraverso i tempi lenti e dolci del cinema orientale riesce a tracciare un affresco di rara potenza emotiva, complice gli incantevoli paesaggi della Mongolia che compongono uno scenario naturale mozzafiato.