“The Palace” – “Gran turismo, la storia di un sogno impossibile”

The Palace

THE PALACE

di Roman Polanski; con Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Joaquim de Almeida, Mickey Rourke, Luca Barbareschi, Oliver Masucci, Fortunato Cerlino, Italia, Svizzera, Polonia, 2023, durata 100 minuti. 

Non tutte le ciambelle escono con il buco e anche i grandi registi possono far segnare delle battute a vuoto, “The Palace” è una di queste. Dopo aver firmato con “L’ufficiale e la spia” una delle pellicole più interessanti e intense degli ultimi anni, con “The Palace” Polanski segna un mezzo passo falso confezionando un “dramedy” dai toni eccessivamente sguaiati che non convince molto. 

Siamo al Palace Hotel di Gstaad sulle Alpi svizzere, un posto da ricconi dove il 31 dicembre 1999 una variegata e bizzarra clientela si appresta a festeggiare un fine anno che è al contempo un fine secolo e un fine millennio. In un ambiente che non sa se essere un party mondano o una sguaiata festa di un club studentesco statunitense si aggira un’umanità dai tratti inquietanti, indecisa se festeggiare il nuovo anno o fuggire altrove per sfuggire alle paranoie millenaristiche dell’anno 2000. E così troviamo uno accanto all’altro il ricco e strafottente magnate russo che si è arricchito derubando il Paese grazie ai favori di un Valdimir Putin dittatore in erba, il volgarone in pelliccia e parrucchino, l’anziana e prepotente signora rifatta e stra-rifatta dalla chirurgia plastica, l’anziano miliardario inglese in coppia con la giovane amante e in sovrappiù un indefinito e numerosissimo stuolo di escort in giro per i corridoi del grande e lussuoso albergo. Uno spaccato volutamente sopra le righe del ricco universo alto-borghese, con i suoi tic, i difetti e le idiosincrasie che Polanski esagera e sbeffeggia scegliendo però la via più semplice e corriva, con il grottesco e il gran guignol che sopravanzano di gran lunga la critica sociale e politica, privando il film di quella forza corrosiva che lo avrebbe reso unico e potente. Polanski avrebbe voluto guardare alla lezione di “America oggi” di Robert Altman, ma il risultato è purtroppo molto più simile a “Vacanze di Natale” di Carlo Vanzina, peccato. 

 

Gran Turismo La Storia Di Un Sogno Impossibile

GRAN TURISMO - LA STORIA DI UN SOGNO IMPOSSIBILE

di Neill Blomkamp; con David Harbour, Orlando Bloom, Archie Madekwe, Darren Barnet, Takehiro Hira, Usa, 2023, durata 135 minuti. 

Videogioco di grande realismo e fortissimo impatto, “Gran Turismo” approdò sulle piattaforme Playstation alla fine degli Anni ’90, e fu subito un successo. Da quel momento in avanti milioni e milioni di adolescenti (e non solo) si cimenteranno in questo gioco di simulazione in grado di regalare ai giocatori emozioni di guida incredibilmente vicine al reale. Parte da qui il film di Neill Blomkamp che nei titoli di testa riporta la (canonica) dicitura “tratto da una storia vera” raccontando le avventure di Jann Mardenborough, un adolescente appassionato di corse automobilistiche Gran Turismo che in rotta con il padre, ex calciatore che vorrebbe fare del figlio un atleta come lui, diventerà a dispetto di tutto e di tutti un vero pilota di vere gare automobilistiche, balzando dalla consolle del videogioco alla pista d’asfalto senza passare per l’immancabile trafila degli altri piloti fatta di gare di go-kart e di automobili delle diverse categorie. 

Teen movie dalle discrete potenzialità, il film di Neill Blomkamp rispetta tutti i canoni del genere - il protagonista che all’apparenza non possiede nessuna delle caratteristiche dell’eroe e che invece spiazza tutto e tutti, i primi successi e le immancabili avversità, il mentore e le difficoltà della sfida, fino alla vittoria finale - e forse proprio per questo non convince affatto, tutto è troppo visto e troppo prevedibile. Sì, certo, le sequenze delle gare sono avvincenti, la messa in scena credibile, ma è lo script in sé a fare acqua, a cominciare dalla caratterizzazione dei protagonisti principali Archie Madekwe/ Jann Mardenborough il giovane pilota e Jack Salter/ David Harbour il pilota in pensione che insegnerà al ragazzo a gareggiare; il primo tutto compreso nel ruolo di “nessuno crede in me” e il secondo che gli ripete ad ogni piè sospinto “ce la puoi fare” e il primo che ci crede poco sembra essere proprio lui (altrimenti perché ripeterlo sempre?!). Gran baccano di motori, grandi urla di incitamento e più di uno sbadiglio.