Latte, 10 azioni per dare competitività al settore

Venerdì scorso Confagricoltura ha presentato, nel corso di un convegno tenuto a Telecupole di Cavallermaggiore, il suo “decalogo” alla filiera lattiero-casearia e al mondo politico e istituzionale

Nel corso del convegno promosso da Confagricoltura “Latte, i conti non tornano”l’organizzazione agricola ha formulato una sorta di decalogo: azioni da mettere in atto al più presto per sollevare dalla crisi le aziende agricole del comparto lattiero caseario: efficientamento delle imprese agricole, integrazione di filiera, semplificazione della Pac, etichettatura, promozione, ampliamento del paniere delle Dop, rafforzamento dell’export, miglioramento delle qualità, sgravio contributivo e contingentamento temporaneo delle produzioni a livello europeo.

Ogni azione, per non restare sulla carta, ha necessità, ovviamente, di una serie di altre azioni e di ragionamenti. Il temporaneo contingentamento, per esempio, non è altro che il ritorno alle tanto vituperate quote. Vero è che nell’81, quando il sistema entrò in vigore, la produzione italiana venne “ingessata” mentre le aziende erano in pieno sviluppo; ora la situazione è ben diversa. Comporterebbe comunque una ricomposizione delle aziende.

A introduzione del dibattito l’economista agrario Ermanno Comegna ha illustrato uno studio realizzato su dati forniti dalla Confagricoltura di Cuneo e Torino. L’indagine dimostra come il reddito lordo degli allevamenti bovini da latte in Italia si sia ridotto del 116% nel 2015 e del 139% nel primo bimestre di quest’anno rispetto alla media dei redditi 2011-2015. Lo studio evidenzia che fino a 5 anni fa (nel 2011) chi produceva latte aveva un reddito lordo di 3,87 euro ogni 100 kg di latte. Dai primi mesi di quest’anno si è cominciato a lavorare in perdita: (-0,85 euro a tonnellata) mentre la stima di aprile evidenzia un disavanzo di 3,34 euro ogni 100 chilogrammi di latte prodotto.