Una camminata in montagna

Montagna

Sarebbe bello se la vita, il nostro vivere nel mondo e il nostro essere parte di una comunità funzionassero come una camminata in montagna. C’è da imparare molto da una camminata sui nostri monti. C’è la fatica che ti premia con un panorama mozzafiato. C’è la tenacia del continuare, nonostante la stanchezza ad un certo punto si faccia sentire, e c’è la perseveranza del mettere un passo di fronte all’altro anche quando ti aspettavi che dietro quella curva si intravedesse la meta, e invece c’è un’altra curva e un’altra ancora. E poi c’è il camminare insieme, che significa adattarsi un po’ al passo di chi è più lento e contemporaneamente lasciarsi spronare da chi ci è dinnanzi. Sarebbe bello se anche nelle “cose di pianura” vivessimo con lo spirito di chi sale in montagna, se nelle “cose di tutti i giorni”, dalle più ordinarie a quelle che ti cambiano l’esistenza, potessimo avere lo spirito di chi sale verso una vetta, sosta al rifugio, condivide gioie e fatiche con i compagni di viaggio e poi si rimette in viaggio. Insieme, appunto. Senza pensare soltanto al proprio interesse o tornaconto personale, ma sapendosi parte di un tutto e a servizio degli altri. Pensando alla meta, ma anche al percorso, al traguardo e al “mentre”. Un pensiero vacanziero in questa torrida estate che ci fa sognare i monti e le fresche acque di un ruscello? Forse. Ma è anche un augurio in questi tempi difficili, in cui c’è da risalire la china dopo una lunga pandemia e poi c’è una guerra che non finisce mai e per la quale si rischia l’assuefazione che può trasformarsi in menefreghismo. E poi c’è la politica e la crisi, la campagna elettorale alle porte (e che forse non è mai finita) con scene e scenette poco edificanti. Dove “bene comune” e “camminare insieme” sono più che altro miraggi.