Giovani e impegno: la Consulta nelle parole di Marco Primatesta

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Nelle scorse settimane avevamo parlato del progetto RƎVO⅃UTION Fossano, un gruppo di giovani fossanesi fra i 15 e i 22 anni, seguiti da due educatori professionali, nell'ambito del progetto Mondo Ideare. Giovani impegnati, desiderosi di uscire dal grigiore e dall’isolamento attraverso un impegno per la comunità in cui vivono.
Da questo presupposto parte anche la Consulta Giovani del comune di Fossano, istituita dall’amministrazione comunale a inizio mandato e presieduta da Marco Primatesta: “Credo che uno dei punti fondamentali sia il senso di inadeguatezza. La nostra società ha sbagliato e sbaglia in due modi: da un lato si sta formando una generazione indifesa rispetto al mondo esterno, dall’altro molti pregiudizi hanno fatto sì che dilagasse un senso di inadeguatezza in chi non rispecchia stereotipi precisi” ci dice Primatesta.
Una nota di soddisfazione emerge nel numero di neo diciottenni che hanno partecipato alla consegna della Costituzione lo scorso dicembre e che, in quell’occasione, hanno chiesto di avviare un dialogo proprio attraverso la Consulta stessa: “Credo che non sia solo una questione di ascolto, ma di partecipazione, di dare spazio all’azione dei giovani. Fiducia e responsabilità possono essere le chiavi per un maggiore coinvolgimento dei più giovani nella nostra società. Per incentivare i giovani all’associazionismo, alla politica (sia in senso di azione per la Polis che anche partitico) e, più in generale all’aggregazione, bisognerebbe che venga dato più rilievo alle iniziative dei giovani. Permettergli di trasformare le parole in azioni. I giovani hanno una sensibilità, a tematiche nuove (Europa, ambiente, tecnologia), diverse rispetto alle generazioni passate. Questo non vuol dire lasciargli campo aperto in generale ma, piuttosto, guidargli e incoraggiarli all’agire dunque responsabilizzarli non avendo paura a farlo".
Primatesta ci porta a immaginare i giovani studenti nei lunghi mesi della pandemia con lo schermo di tablet e telefonino come unica finestra sul mondo tra relazioni rimodulate in chiave virtuale: “La società non è stata in grado di sostenere i ragazzi in questo frangente, in questo modo rimodulato di incontrarsi e comunicare che spesso è più nelle lobby dei videogiochi che per strada”.
Per Marco Primatesta in questi ultimi due anni si è manifestata una netta divisione tra chi aveva delle fragilità irrisolte che si sono esasperate e chi invece è riuscito a individuare delle modalità di riscatto in forme inaspettate. I lunghi mesi di distanziamento e la mancanza di attenzione da parte del “mondo degli adulti”, a loro volta spesso sopraffatti da quanto stava accadendo, sono elementi paralleli che hanno spinto i giovani a sempre maggiore distanza intergenerazionale.
Una possibile via d’uscita può essere quella della partecipazione attraverso l’associazionismo e l’adesione ai progetti come, per i più grandi, i tirocini attivati dal Comune o la partecipazione nell’organizzazione di eventi: “Sarebbe bello che qualche imprenditore investisse creando anche dei luoghi di ricreazione per la fascia di età dei teenagers, ma bisogna trovare una strada per tornare all’aggregazione. In questo periodo si è fatto molto, ma si può sempre fare di più. Sarebbe bello che imprese e politica lavorassero insieme per creare un luogo di incontro pensato per i giovani insieme ai giovani” ha concluso Primatesta.