Il cammino delle assemblee sinodali sta volgendo alla conclusione. L’ultima riunione è in programma per venerdì 18 febbraio, nella chiesa di San Paolo a Cuneo: si voteranno le proposizioni sul quinto tema e ci sarà una celebrazione di ringraziamento e di affidamento per il cammino successivo. Inoltre, è stato creato un Gruppo di attuazione del Sinodo con lo scopo di accompagnare il vescovo nella ricerca di percorsi concreti per attuare gli orientamenti emersi nella stesura del Libro sinodale. Lo ha deciso mons. Piero Delbosco, nonostante la proposta sia stata respinta a stretta maggioranza in assemblea. Quindi, il vescovo procederà con sua libera scelta a contattare persone disponibili.
Intanto, il 14 (online) e il 21 gennaio (nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Fossano) si è svolta la quinta sessione di lavori, dedicata al ruolo dei laici. Un tema che ha destato ampio interesse tra i sinodali, con numerosi contributi scritti su tanti temi e questioni concrete, da cui emerge, si legge nella relazione curata dalla segreteria del Sinodo, “un quadro complesso e talvolta di sofferenza, frustrazione, delusione… per la fatica con cui nella realtà locale si giunge a tradurre il dettato del Concilio Vaticano II circa il ruolo dei laici nella Chiesa”.
Nella serata in presenza, dedicata all’ascolto e al confronto, ci sono stati una ventina di interventi. Così li sintetizza il segretario don Giuseppe Pellegrino di Cuneo (il “verbale” sintetico sul sito web del Sinodo). “È emerso il principio fondamentale del Concilio Vaticano II sul tema del laicato, ossia la priorità dell’impegno di testimonianza nel mondo: essere luce e sale per il mondo attraverso la vita professionale, l’impegno sociale e politico, la vita di famiglia, lo studio, la ricerca e tutto quanto fa parte della vita sociale e culturale. Da qui deriva l’esigenza di formazione culturale e teologica all’altezza del tempo, ampia e capace di coinvolgere lo spirito delle persone, la loro coscienza, senza limitarsi ad offrire competenze pragmatiche.
È stata ribadita la necessità di laici formati che svolgano servizi pastorali all’interno della comunità e sul piano dell’educazione e animazione sociale, in continuità con la tradizione locale di parrocchie e diocesi.
Si è richiamato il ruolo delle associazioni laicali presenti, ma anche le difficoltà a superare l’autoreferenzialità. Il tema della remunerazione economica degli operatori ha suscitato visioni complementari: necessaria per avere operatori qualificati e disponibili nel tempo, ma anche da vigilare per non perdere lo spirito di gratuità. Resta la domanda su quanti sono usciti dalla Chiesa e su quei fedeli che non hanno particolare visibilità".
Alla Segreteria del Sinodo spetta ora il compito di rielaborare quanto emerso per proporre una riscrittura delle proposizioni che verranno votate il 18 febbraio, in occasione dell’Assemblea conclusiva.