Crollo tangenziale, al via l’istruttoria

Saranno sentiti per primi i due carabinieri che si salvarono allontanandosi dall'auto poi schiacciata

il ponte crollato della tangenziale di Fossano in costruzione in via Marene

Mentre continuano i lavori per i nuovi viadotti della tangenziale di Fossano, si torna nelle aule del tribunale per il crollo di uno di essi, nel 2017: è prevista il prossimo 27 giugno l’istruttoria a carico dei dodici imputati, sei funzionari dell’Anas e sei tecnici ed operai delle aziende che eseguirono i lavori di costruzione e le successive riparazioni straordinarie.

Ad essere sentiti per primi dal giudice saranno i due carabinieri che scamparono per miracolo a una morte certa. Il maresciallo aiutante Giuseppe Marcigliano e il carabiniere Vincenzo Matera erano in via Marene, sotto il cavalcavia della SS 231, pochi attimi prima che uno scricchiolio sinistro annunciasse il disastro. I militari fecero in tempo ad allontanarsi dall’auto di servizio, investita di lì a poco dal crollo di tonnellate di cemento. Nell’udienza di giugno verranno ascoltati anche i loro colleghi che effettuarono i rilievi e il primo consulente della Procura.

Sono trascorsi quasi sei anni esatti dal 18 aprile 2017, il giorno di un crollo che solo per fortuna non si è trasformato in tragedia, come sarebbe accaduto un anno più tardi sul ponte Morandi. L’inchiesta ha seguito un lungo e tortuoso cammino in fase di indagini preliminari, con tre filoni d’indagine poi riuniti in un unico procedimento. Dopo il rinvio a giudizio, sancito due anni fa, si sono avvicendati ben tre diversi giudici, causa trasferimenti e incompatibilità. Questa volta, salvo ulteriori imprevisti, il processo dovrebbe finalmente seguire il suo corso.

Nella mattinata di oggi (martedì 21 marzo), il giudice Giovanni Mocci ha messo un punto anche sulle richieste preliminari. Le difese di sei imputati chiedevano di dichiarare l’inutilizzabilità degli accertamenti preliminari condotti dalla Procura. All’epoca infatti gli attuali accusati non erano ancora sotto indagine, quindi le loro difese non avevano potuto partecipare alle prime perizie. Si tratta dei due responsabili dell’azienda campana Pel. Car srl che eseguì nel 2006 i lavori di manutenzione, insieme a quattro addetti dell’Anas cui si imputa un’omessa vigilanza. Il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ha chiesto di revocare la dichiarazione d’inutilizzabilità degli atti, alla quale non si era invece opposto nella precedente udienza: è ancora possibile, ha assicurato il titolare dell’indagine, rinnovare gli accertamenti già eseguiti in fase dibattimentale.

Alcuni dei difensori si sono opposti alla richiesta. L’avvocato Razzino, in particolare, ha evidenziato come un’ordinanza analoga fosse già stata emessa dal precedente giudice: “Ci siamo trovati nella situazione paradossale in cui solo parte degli indagati hanno potuto partecipare agli accertamenti tecnici irripetibili. Indagati che avevano interesse a scaricare la responsabilità su chi ha eseguito i lavori di manutenzione straordinaria e che erano già in possesso della documentazione Anas”.

Il giudice ha revocato l’ordinanza e rigettato anche la conseguente richiesta di sentenza di non luogo a procedere nei confronti degli imputati interessati. L’ammissibilità degli accertamenti verrà valutata nel corso dell’istruttoria.

a.c.