È usciti il 15 settembre Atletica 75 il nono album della band fossanese Cani Sciorri. Dal vivo li vedremo il 26 settembre allo spazio Varco insieme ai texani Cherubs con i quali partiranno il 20 per una tournée europea che toccherà Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Germania e Olanda oltre a diverse città in Italia. A pochi giorni dalla pubblicazione prededuto dall’uscita del singolo “Cambogia Zio”, disponibile sulla piattaforma Impatto Sonoro, abbiamo intervistato i tre componenti della Band. Il cantante e chitarrista Alessandro “Cherman” Cerrato, il bassista Marco “Giacco” Giaccardi e il batterista Daniel Daquino, regista, tra le altre cose, dei video del gruppo.
Un titolo che ai fossanesi dice molto, Atletica 75. Perché lo avete scelto?
Questo disco è stato dedicato alla memoria di Carlo Cerrato padre di Cherman. È stato cofondatore dell’Atletica ‘75 ed è sempre stato un podista appassionato. Abbiamo quindi scelto di omaggiarlo con questo disco. Anche la copertina lo ritrae proprio mentre corre in una foto di quando era giovane.
Avete dischi registrati in Texas e California, questa volta invece avete registrato a Km 0, ma con un pezzo da 90 della musica noise, Dave Curran. Come è stato lavorare con lui?
Fantastico! Abbiamo scelto di registrare vicino a Fossano alla Ciabot Recording. Con Dave c’è stata subito sintonia, non c’era nemmeno bisogno di parlarsi che ci eravamo già capiti. Abbiamo registrato in quattro giorni e alla fine l’album è esattamente come lo sognavamo. Inoltre abbiamo avuto la possibilità di lavorare con un grande della musica! Ascoltiamo gli Unsane, storica band noise di New York di cui Dave Curran era il bassista e abbiamo scoperto che anche loro ci seguono e ci ascoltano da molto tempo, ancor prima che andassimo in torunée negli Usa. Un ragazzo italiano a New York gli aveva parlato di noi e avevano iniziato ad ascoltarci. Lavorare insieme è stata una gioia reciproca.
Avete nove dischi all’attivo e tournée in Europa e in Usa all’attivo. Forse avete più successo all’estero che in Granda, che spiegazioni ci sono?
Sì, nel 2017 abbiamo fatto la tournée europea con i texani Cherubs con i quali siamo in partenza ora. Nello stesso anno, ad Austin abbiamo registrato Parte I. Nel 2018 siamo andati in tour in Europa con i Distorted Pony di Los Angeles. Nel 2019 abbiamo registrato in California Ten Tacos and one Burrito e girato gli Usa con i We are the Asteroids, band di Austin e con i Cherubs. Negli Stati Uniti e in diversi Paesi europei ci sono molte possibilità di suonare anche per chi fa generi come il nostro, ma anche per il blues e il jazz vale la stessa cosa. Ci sono club e locali che fanno suonare di tutto fino ai generi più spinti. Qui molto di meno, le opportunità di farsi conoscere e fare live sono meno e cresce meno anche il numero delle band stesse.
C’è inoltre un dato statistico: aumentando il bacino della popolazione aumenta notevolmente la possibilità di arrivare a chi ascolta e apprezza un certo tipo di musica e gli Stati Uniti sono... piuttosto grandi.
Ascoltando Cambogia zio si ha la sensazione che in questo disco sia cambiato qualcosa, il pezzo uscito in anteprima su Impatto Sonoro il 5 settembre scorso è molto diverso da quello che eravamo abituati a sentire. È così per tutto il disco?
Diciamo che Cambogia Zio è il brano più orecchiabile di tutto il disco e per questo coni produttori abbiamo deciso che fosse quello giusto da rilasciare in anteprima. Abbiamo però lavorato molto per preparare questo disco. Prima del Covid eravamo più istintivi, facevamo uscire gli album con maggiore frequenza. Il lockdown è stato terribile, ci ha costretti a fermarci, ma da questo stop forzato è uscita anche una maturazione musicale. Abbiamo scelto di lavorare molto sui pezzi e sul modo di interpretarli e il disco sarà quindi inevitabilmente diverso, più maturo. Si sente inoltre molto l’influenza di Dave. Quando è arrivato al Ciabot Recording, la prima sera, ci ha subito detto che avrebbe voluto farci un ritratto musicale individuale, di far emergere ciascuno di noi singolarmente perché ognuno di noi è un personaggio oltre a lavorare con noi come band. Ha voluto che il disco suonasse esattamente come siamo noi. Con un suono più pulito sarebbe quasi cantautorato classico, mentre il lavoro di Dave ci ha dato proprio l’immagine di quello che siamo. Questo disco non è pop, non è pop per niente.
E allora, com’è questo disco?
Intanto iniziamo a dire che è prodotto e distribuito da Overdrive con la compartecipazione di Volmer Industries e Tanto di Cappello Records e dell’americana Forbidden Place Records che ringraziamo. La cosa interessante di questo disco è che abbiamo fatto un’operazione che non era mai stata fatta. Produrre un disco in vinile, perché noi stampiamo solo in vinile, è costoso. Invece di fare la tradizionale campagna di found raising tra le varie labels come fanno in molte band abbiamo coinvolto alcuni locali statunitensi nei quali ci eravamo esibiti proponendo loro di comparire come coproduttori sul disco. Hanno accettato alla grande e quindi possiamo dire che oltre a Overdrive, Wolmer e Tanto di cappello ci sono anche loro tra i produttori: The Lost well di Austin (Tx), Live Dire di Chicago (Il) e il Minibar di Kasas City (Mo). Non poteva naturalmente mancare il Vitriol di Fossano. Tolto Cambogia zio che è un po’ più orecchiabile per il resto è un disco di 9 pezzi ruvido e selvaggio, nella migliore tradizione dei Cani Sciorri. In più ci teniamo a dire che in Austin’s Famiglia canta Kevin Whitley dei Cherubs. La cosa è andata così: dopo la registrazione avevamo lasciato un brano senza voce perché l’idea era già quella di fare un featuring. Chiedere a Kevin è stato spontaneo e immediata è stata la sua partecipazione, nel senso che in due giorni ha scritto il testo e registrato la oce. Quando Dave ha mixato tutto, siamo impazziti! Il brano è bello tirato e ha un tempo particolare, sentirlo con la sua tipica voce squillante è davvero bellissimo. Il testo, poi, è davvero una sorta di omaggio alla nostra amicizia e usa anche parole in italiano come ciao ciao angeli... Non potevamo che chiamarlo Austin’s Famiglia.
Quali vi piacciono di più?
“Posso dirti quello che mi piace di meno – scherza Cherman -. In Cani Invertiti io suono il basso e Giacco la chitarra…”
“E allora è quello che piace di più a me” gli fa eco Giacco, sempre sul faceto.
“Scherzi a parte ci piacciono tutti. Il disco suona proprio come lo volevamo. Se devo sceglierne davvero uno – spiega Cherman - è Por*** Vero perché è quello che picchia di più, ma mi piacciono davvero tutti”.
“Anche a me piacciono ovviamente tutti - conclude Daniel -, ma se devo scegliere direi Riesling, come il vino: la sera che abbiamo chiuso quella canzone abbiamo brindato proprio con quello. È forse il pezzo più strano del disco, secondo me supera anche Cambogia Zio. Ha una radice fortemente emo quella della prima ondata di fine anni ‘80 e inizio anni ‘90, che si mischia con un sacco di sfumature e atmosfere diverse. In modo un po’ nostalgico lo definirei Crossover, ma oggi in pochi ricordano e usano ancora quel termine”.