Gabriele Casu è un giovane artista dell’Accademia Albertina di Torino, a cui la diocesi di Cuneo-Fossano ha commissionato quattro opere ad olio su tela sul “soggetto” Presepe. L’occasione è data dalla ricorrenza degli 800 anni da quello di Greccio, realizzato da San Francesco, e dalla lettera pastorale della diocesi sul tema. I suoi lavori sono stati presentati nel Vescovado nuovo di Cuneo, sabato 16 dicembre, alla presenza dello stesso artista e di alcune autorità religiose e civili di Cuneo e Fossano (tra cui il vescovo Piero Delbosco, il vicario don Carlo Sebastiano Vallati, l’assessora alla Cultura di Cuneo, Cristina Clerico, il sindaco di Fossano, Dario Tallone, Enrico Zanellati docente dell’Accademia Albertina).
Tutti concordi nell’esprimere, oltreché una grande soddisfazione per il lavoro svolto, anche un primo, concreto, visibile impegno nell’unire le forze, energie, e capacità delle “due realtà cittadine della diocesi nel voler camminare insieme”, come ha detto il vescovo Delbosco. Augurando così che, congiuntamente, “si possa crescere a livello sociale ed umano, realizzando delle grandi cose”.
Mentre i personaggi delle tele già propongono “un cammino spirituale diocesano ad intra e ad extra”, rivolto cioè ad “aiutare la cittadinanza al confronto con Dio”. Perché lo scopo di queste opere, ha spiegato don Vallati, è proprio quello di rendere “visibile il presepe”, come lo fu per San Francesco.
Queste opere vengono esposte a Cuneo nel Museo diocesano San Sebastiano (contrada Mondovì) dal 17 al 26 dicembre, e a Fossano nella Sala ovale del vescovado vecchio (via Vescovado 8) dal 27 dicembre al 7 gennaio.
Inoltre, le loro riproduzioni su lastra semiespansa in Pvc sono collocate a Cuneo (in piazza Audifreddi) e a Fossano (sul sagrato del Duomo) per tutto il tempo natalizio. In luoghi pubblici, perché le persone possano incontrarle e sentire che “la festa è di Natale, non la festa d’inverno come molti governanti europei vorrebbero oggi definirla”, ha aggiunto Tallone. Una festa dove “le istituzioni possano anche essere di aiuto e supporto alle iniziative cristiane”, così come già ottimamente avviene a livello locale, grazie, anche, agli interventi della Fondazione Crf.
Altri ringraziamenti sono stati espressi da don Vallati alla Fondazione Opere diocesane di Cuneo e a quella di Fossano. Mentre l’assessora Clerico ha ringraziato la diocesi “per aver scelto di lavorare con l’arte, che consente di meravigliarsi, di fermarsi a riflettere, e a porsi in relazione con quanto ci accade intorno”. E grazie anche “all’Accademia Albertina, che è un’eccellenza del nostro territorio”. Capace, infatti, di formare artisti preparati e sensibili come Casu, che ha colto elementi e particolari, moderni e passati, fondendoli nei suoi personaggi, presi a prestito dalla tradizione napoletana, “per avvicinarli alle persone con le loro problematiche o stati di vita in cui riconoscersi”.
Dal dormiente, cioè il pastore che viene svegliato per recarsi a Betlemme, alla Madonna che è qui rappresentata distesa, sempre “nell’ottica di un suo avvicinamento alla collettività”. Dal personaggio di “Stefania, mamma migrante, cui viene impedito (ma poi riesce) a raggiungere la grotta, perché non è sposata, all’uomo con la lanterna che rappresenta la ricerca personale, artistica e spirituale”. Uomo a cui Casu ha dato “il suo stesso volto, secondo uno stile di pittura alla Caravaggio”. O ancora l’interessante inserimento di San Francesco, “che invita i bambini a portare a Gesù i doni” normalmente attribuiti ai Magi, “per farli sentire partecipi del presepe alla collettività”. E la persona che si meraviglia “di fronte alla bellezza della nascita”.
Sono tutti personaggi scelti per mostrarci quanti, in mezzo a noi, sono invisibili, scartati, dalla cui parte si è invece posto Gesù. Vedere il Dio bambino significa dunque riconoscere anche queste persone, a cui il presepe inoltre si rivolge. “Personaggi rappresentati su uno sfondo dorato che vuole ricordare le icone antiche, unendo il moderno (per esempio con particolari di elementi dei vestiti attuali) ad una tradizione iconografica”.
“Fin da piccolo mi sono immerso nella pittura, grazie all’aiuto di mio padre, artista autodidatta, e sento le tematiche sacre molto vicine”, ha infine detto Casu di se stesso. “Questa simbiosi della pittura con il sacro si è un po' persa, tanto che molti artisti, miei contemporanei, non l’hanno mai affrontata, non è necessario essere credenti per farla; bisogna però sentirla dentro, averne la sensibilità. È un peccato che si sia persa, mentre la cristianità (la religione in generale) ha invece tanto da dire, e a me piace esplorarla con la mia pittura”.
Investire un po' di più, da parte delle istituzioni ecclesiali, commissionando lavori, sarebbe un importante passo per farla rifiorire, e la scelta della diocesi Cuneo-Fossano, in questo senso, è davvero significativa. “Le scarse committenze sono purtroppo una nota dolente - ha concluso -. Non si investe abbastanza nell’arte e in queste tematiche specifiche. Io ho avuto questa opportunità e l’ho presa al volo”.