Niente Pfas: l’acqua di Fossano è buona

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foto Costanza Bono

“125 mila piemontesi potrebbero aver bevuto acqua contaminata da una sostanza cancerogena”, ha dichiarato qualche giorno fa Greenpeace, pubblicando un report sulle acque pubbliche piemontesi. Un allarme che riguarda in particolare alcuni comuni del Torinese e dell’Alessandrino (non il Cuneese), che ha fatto il giro del web e si è preso il posto in prima pagina su molti giornali. Le sostanze prese in esame da Greenpeace sono i Pfas, un ampio gruppo di molecole di sintesi (oltre 10 mila), originariamente non presenti in natura, utilizzate in numerosi processi industriali e per la realizzazione di diversi prodotti di uso comune, dalle padelle antiaderenti ad alcuni imballaggi alimentari. Spiega Greenpeace:La loro stabilità chimica le rende impossibili da degradare nell’ambiente: per tale ragione sono definite inquinanti eterni. Da novembre 2023 una delle più note tra queste molecole, il Pfoa, è stata inserita dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) nel gruppo 1 che include le sostanze cancerogene”.

Per cercare di capire quale sia lo stato dell’arte riguardo la contaminazione da Pfas in Piemonte, Greenpeace Italia ha realizzato una raccolta dati richiedendo, tramite istanze di accesso agli atti, gli esiti delle analisi svolte sui campioni di acqua destinata al consumo umano da parte degli enti pubblici piemontesi. A fine luglio 2023 sono state inviate richieste alle otto Asl regionali, alla direzione generale di Regione Piemonte, ai 29 gestori del servizio idrico integrato e a cinque Comuni che gestiscono autonomamente la propria rete potabile. Solo 10 enti hanno risposto positivamente e dei 671 campioni di acqua a uso potabile di cui gli enti locali piemontesi hanno condiviso i dati con Greenpeace Italia nel 51% è stata riscontrata la presenza di Pfas, con le maggiori positività riscontrate nella provincia di Alessandria.

Tra chi ha risposto positivamente alla richiesta di Greenpeace c’è Alpi acque, che gestisce il servizio di acqua pubblica a Fossano e in una trentina di comuni del Fossanese, Saviglianese, Saluzzese.

La ricerca dei Pfas è una procedura che noi abbiamo già messo in atto, nonostante non sia ancora obbligatoria fino a gennaio 2026; ma noi abbiamo già voluto anticipare i controlli - ci spiega l’amministratore delegato Claudio Careglio -. E in effetti sui Pfas non è emerso assolutamente nulla: i dati sono tutti negativi, non c’è presenza di queste sostanze nelle nostre acque”.

Il sistema di controllo delle acque destinate al consumo umano è strutturato su due piani e prevede controlli interni e controlli esterni: quelli interni sono effettuati dal gestore che fornisce il servizio idrico ed è tenuto ad effettuare tutte le verifiche necessarie a garantire il rispetto della conformità dell’acqua rispetto ai requisiti previsti; i controlli esterni sono svolti dall’Asl territoriale, attraverso l’Arpa, e hanno la funzione di verifica di secondo livello.

Noi a Fossano nel 2023 abbiamo eseguito 39 controlli a campione ed esaminato 733 parametri differenti - continua Careglio -. A questi si aggiungono i controlli realizzati da Arpa. Il nostro obiettivo è quello di controllare preventivamente se si individuano tracce di queste sostanze nelle falde e se ci sono azioni che possiamo intraprendere. Ma nel nostro caso, lo ribadisco, non si è trovato assolutamente nulla”.

Le analisi effettuate da Alpi acque, attraverso un laboratorio certificato, sono svolte su campioni prelevati in differenti punti della rete.

Possono essere scuole, fontane pubbliche, bar - aggiunge Careglio  -: di solito cerchiamo un punto dove c’è un frequente ricambio d’acqua, raramente entriamo in abitazioni private. Controlliamo anche l’acqua nella falda, prima che venga immessa in rete: in tal modo verifichiamo la qualità prima e dopo il passaggio agli impianti di potabilizzazione”.

Cosa si controlla da questi campioni d’acqua? Il decreto di riferimento è entrato in vigore nel 2023, sostituendo quello del 2001: stabilisce una serie di parametri e di sostanze da verificare. Semplificando, le analisi sono di tipo chimico (tra le voci rientrano anche i Pfas, antiparassitari o sostanze che possono inquinare l’acqua a causa di versamenti), batteriologico (presenza di batteri nell’acqua), organolettico (sono più difficili da misurare perché spesso e volentieri non hanno una vera e propria connotazione in termine di limite, ma hanno delle sensibilità che dipendono un po’ da chi fa l’analisi - banalmente il gusto dell’acqua).

Sulla base dei molteplici controlli effettuati, come possiamo definire l’acqua fossanese? “È un’acqua assolutamente buona - ci dice l’ad di Alpi acque - un’acqua di falda profonda che quindi non risente di eventuali effetti esterni che si possono verificare dal perforamento dell’acqua piovana nel terreno. Le norme ci costringono a usare solo le acque delle falde più profonde e da queste noi preleviamo il più in profondità possibile. I pozzi, inoltre, sono dotati nella parte superficiale di una sorta di impermeabilizzazione che impedisce eventuali infiltrazioni di acqua”.