Il sasso è stato lanciato. Ora si tratta di vedere quanti cerchi farà nell’acqua, confidando che possano muovere lo stagno in modo da cambiarne definitivamente l'aspetto. Fuor di metafora, era l’obiettivo di “Abitare liberi”, la serata voluta dallo Svaf - Servizio volontari anziani Fossano - per lanciare un progetto di alloggi per anziani autosufficienti, dotati di servizi comuni (mensa, lavanderia, portierato, ecc.) che favoriscano la vita in autonomia, senza dover ricorrere prematuramente alle Case di riposo.
Il progetto non c’è ancora. Non è stato identificato un terreno su cui costruire o un edificio da ristrutturare. E non ci sono nemmeno i soldi per farlo. C’è però un modello da seguire: quello dei Centri Don Vecchi di Mestre, dove sono stati realizzati oltre 500 mini-alloggi destinati alle persone anziane, con canone mensile irrisorio, completamente gestiti e amministrati da volontari (ivi compresi gli inquilini, per quel che sarà possibile) e pochissimi dipendenti, non più di una dozzina. Volontà dello Svaf sarebbe quella di replicare l’esperimento anche a Fossano, ovviamente con misure ridotte, magari con 40-60 alloggi.
Dalla serata di venerdì 29 marzo si è toccato con mano che non è una volontà isolata. E anche i due candidati sindaci Dario Tallone (in carica) e Francesco Balocco (pretendente) si sono espressi in suo favore, offrendo collaborazione. Qualcuno, tra il pubblico, si è quindi cimentato nell’individuare luoghi che potrebbero ospitare questi mini-alloggi, collocandoli in edifici dismessi o poco utilizzati, taluni anche di proprietà della Diocesi. L’ex vice-sindaco Vincenzo Paglialonga ha invece segnalato come luogo ideale l’area dell’ex macello, secondo un vecchio progetto non più ripreso dall’attuale Amministrazione, che vorrebbe spostarci la biblioteca.
Di “Abitare liberi” si è tornati a parlare domenica 7 aprile, in occasione dell’assemblea annuale dello Svaf. Obiettivo: valutare le strategie da adottare per non far calare l’attenzione sul tema ed allargare la squadra dei sostenitori, per ora formata da una ventina di persone. La speranza è quella di fare breccia nel cuore delle persone con un progetto che, potenzialmente, può riguardare il futuro di ciascuno di noi, o dei nostri cari, e nel portafogli di chi ha le risorse da potervi destinare. “Sappiamo che passare dalle parole ai fatti sarà un’impresa - commenta il presidente Svaf Mauro Capraro -. Ma se non sogni e non ti metti in gioco, non farai mai nulla. E Fossano è una città che non è priva di risorse e di benefattori”. I quadri dei benefattori esposti a San Giovenale stanno lì a ricordarcelo.