Paolo “il barbé di Villa” che ama gli ultimi

In 40 anni ha accolto persone malate, tossicodipendenti, stranieri, carcerati. "Aiutarli ad acquistare fiducia e dare una speranza ti rafforza, ti arricchisce"

Si chiama Paolo Aimar ma a Villa è per tutti il “barbé”. La sua bottega che da 40 anni si affaccia sul corso Sacco e Vanzetti (e conoscendo la sua storia nessuna strada potrebbe essere più appropriata) è un porto di mare (nel senso buono) dove “approdano” clienti, giovani, emarginati, amici. 

Nella sua casa, di Costigliole prima e Isasca oggi, in questi 40 anni è passato il mondo. “Chiunque ha bisogno sa che da noi trova un porto sicuro. Io e mia moglie abbiamo accolto tossicodipendenti, casi psichiatrici, stranieri, persone agli arresti domiciliari, persone malate. Con loro abbiamo percorso un pezzo importante della loro vita - alcuni si sono fermati anche anni -, tante storie diverse che ci hanno dato molto. Ogni storia è una bella storia, per quanto faticosa e difficile, anche quelle finite male come alcuni amici con l’Aids. Aiutarli ad acquistare fiducia e dare una speranza ti rafforza, ti arricchisce”. 

La storia di Paolo Aimar su La Fedeltà in edicola mercoledì 6 settembre