Quaresima, sei progetti di solidarietà con lo sguardo aperto al mondo

Proposti dall’Ufficio missionario e dalla Caritas della diocesi

“Il Papa ha detto alcune cose più importanti di altre. Per esempio, i poveri non sono solo per qualcuno che se ne deve occupare e nessuno dica che non si può occupare dei poveri. Non ci vuole solo l’organizzazione per occuparsi dei poveri, ma il rapporto, l’affettività, il legame”. Sono parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, pronunciate al Festival della Missione di Milano nell’ottobre scorso, in riferimento alle priorità poste dalla “Evangelii gaudium” di Papa Francesco. È con questa consapevolezza che le comunità diocesane di Fossano e Cuneo intraprendono il viaggio di questa Quaresima 2023 nelle periferie del mondo perché la fraternità sia sempre più una parola concreta e vera.

Sono sei progetti di solidarietà proposti dall’Ufficio missionario e dalla Caritas a sostegno di altrettante “periferie geografiche ed esistenziali del mondo” (per usare un’espressione cara a Papa Francesco...): profughi siriani in Libano, con l’operazione Colomba; progetto “Orfani” in Congo, con le suore di Giuseppine di Cuneo;  popolazione del territorio di Kharkiv in Ucraina, con il Kharkiv volunteers center; famiglia missionaria cuneese ad Açailandia in Brasile, con i Laici missionari comboniani; gestione dell’asilo di Chalna in Bangladesh, con l’associazione Papa Giovanni XXIII; borsa di studio per uno studente universitario in Brasile, periferia di Rio de Janeiro, in memoria di padre Luigi Bruno.

Un viaggio nelle periferie della povertà perché non dimentichiamo, si legge nell’opuscolo di presentazione dei progetti, “l’orrore e la distruzione della guerra, la ferita di chi ha dovuto fuggire dalla sua casa e dalla sua patria, il pianto di chi non ha ricevuto nemmeno un pugno di riso per saziare la sua fame, l’isolamento di chi si sente scartato e con un futuro incerto e senza prospettive. Allargando lo sguardo alle crescenti povertà in tutto il pianeta, aprendo il cuore al fratello povero vicino o lontano, possiamo trovare nuove strade, andare oltre l’impostazione di quelle politiche sociali «concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tantomeno inserita in un progetto che unisca i popoli» (Fratelli tutti, n. 169)”.

“Volerci bene, amarci, amare i poveri perché sono nostri fratelli, vincere la solitudine e l’individualismo imparando ad essere famiglia, una famiglia affettiva in cui il primo posto ce l’hanno i poveri: quale altra conversione potremmo volere per noi? Quale itinerario quaresimale percorrere senza avere di mira questa meta?” è l’invito che arriva da chi ha promosso la Quaresima di fraternità. Con uno sguardo all’attualità: “Le immagini di distruzione e di disperazione che in questi giorni giungono dalla Turchia e dalla Siria, scenario di un devastante terremoto, ci dicono che i poveri sono sempre in aumento e la povertà ha mille volti: sembra davvero che per il dolore dell’uomo non ci sia un limite! Don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana parla di una povertà palude: sempre più gente ci cade dentro, sempre meno riesce ad uscirne. Sabbie mobili che stringono come in una morsa la vita di molte persone”.