Crescendo #Makemusicnotwar

Crescendo film

di Dror Zahavi; con Sabrina Amali, Daniel Donskoy, Peter Simonischek, Bibiana Beglau, Mehdi Meskar, Eyan Pinkovitch, Gotz Otto.

Eduard Sporck (Peter Simonischek) è un famoso direttore d’orchestra, scrive musica, dirige orchestre ma possiede anche una forte propensione didattica e insegna all’università di Francoforte in Germania. E quindi è a lui che si rivolgono le autorità per curare un delicato e importante progetto, formare un’orchestra giovanile composta da musicisti israeliani e palestinesi, costituire un “ensemble” musicale di ragazzi figli di quel martoriato e conteso territorio che dovrà esibirsi in concerto in occasione dei negoziati di pace tra i due Paesi. Pur consapevole delle difficoltà, Eduard decide di guidare il progetto, tuttavia presto dovrà fare i conti con la diffidenza, l’ostilità quando non l’odio aperto tra i giovani musicisti che non riescono a mettere da parte le loro appartenenze politiche e nazionali. Caparbio e determinato Eduard, di concerto con gli organizzatori, decide di trasferire i “suoi” giovani artisti in Alto Adige (luogo che, come poi capiremo, è drammaticamente legato all’infanzia del grande musicista) nella speranza che un radicale cambiamento d’ambiente possa giovare ai giovani orchestrali.
Almeno in parte ispirato alla storia della “West-Eastern Divan Orchestra” fondata nel 1999 dal grande maestro e direttore d’orchestra Daniel Barenboim (non certo alla sua biografia, Barenboim è figlio di ebrei russi emigrati in Argentina ed ha passaporto israeliano) e dallo scrittore e docente statunitense di origini palestinesi Edward Said, il film è un toccante apologo sull’importanza del dialogo e del confronto tra “nemici”, su quanto l’aprirsi e il conoscersi siano condizioni necessarie per poter con-vivere, su come la musica, alfabeto universale, possa superare le distanze e colmare i vuoti e le differenze. Il film si regge sull’assunto, per certi versi più che ovvio, dell’orchestra come metafora del mondo - in un’orchestra non si può suonare “contro” gli altri, necessariamente si può suonare soltanto “insieme” agli altri - ma la vicenda viene narrata in modo coraggiosamente antiretorico (e con al suo interno una struggente sottotrama di sapore shakespeariano) con la musica - da Vivaldi a Dvorak a Mozart - a regalare momenti di grande emozione e un intreccio che non risparmia sorprese. Da non perdere.