“Una battaglia per l’anima della nazione”. Joe Biden ha scelto questo motto per la sua corsa alla Casa Bianca e sabato la battaglia è stata vinta scatenando la festa sulle strade, ma senza nessun discorso di rinuncia del suo avversario. Una vittoria che non riunisce il Paese, che non guarisce i veleni e i sospetti, che ha fatto alzare in piedi e uscire decine di fedeli durante la Messa quando si è pregato per la nuova amministrazione, che mescola alle lacrime della gioia quelle della rabbia di chi si sente defraudato.
Joe Biden diventa il 46° presidente degli Stati Uniti, il secondo presidente cattolico a 60 anni da John F. Kennedy, il più anziano e quello con due mandati da vicepresidente alle spalle, in un contesto di ferite e di lacerazioni. Il candidato democratico ha superato i 270 grandi elettori necessari alla vittoria, guadagnandone 9 ma con margini minimi in ben 4 Stati e con percentuali che hanno spinto gli avvocati del presidente in carica e sfidante repubblicano a chiedere il conteggio dei voti e una verifica delle schede per timore, non provato, di brogli.
E mentre al neopresidente arrivavano congratulazioni da ogni dove, a mancare è ancora Donald Trump, nonostante l’ex presidente Bush abbia inviato le sue felicitazioni e molti repubblicani ripudino la narrativa delle frodi sul voto postale che ha favorito il candidato democratico, senza però scatenare quell’onda blu democratica che avrebbe dovuto travolgere il Paese... continua a leggere
(fonte SIR)