“Boys” – “Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo”

Boys

BOYS
di Davide Ferrario; con Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi, Paolo Giangrasso.
Quattro amici suonano il rock, il loro gruppo si chiamava “The boys”. In fin dei conti non hanno mai smesso di esserlo, dei ragazzi. In fin dei conti non hanno mai smesso di suonarlo, il rock. Ma poi, dopo una (breve) stagione di (discreto) successo durante gli Anni ’70 ognuno di loro si è cercato un lavoro per “campare”. Un lavoro per “sopravvivere”, la musica per “non morire”, per dare energia e calore alle loro esistenze. Ad un certo punto però, trent’anni dopo quella stagione, la loro vita viene nuovamente scombussolata dal ritorno di fiamma della musica che benché non fosse mai uscita dalla loro quotidianità ritorna prepotentemente ad occuparne tutti gli spazi. Ai quattro (attempati) ragazzi viene nuovamente offerta la possibilità di tornare al professionismo attraverso una proposta di collaborazione con un giovane rapper. I “boys” accettano la sfida e si mettono sulle tracce di Anita, la vecchia vocalist del gruppo che negli anni avevano perso di vista. The boys sono di nuovo on the road.
Storia di musica, amicizia e passioni, il film di Ferrario ha tante ragioni per essere apprezzato a partire dalla splendida colonna sonora realizzata da Mauro Pagani, dalla bella amalgama cui gli interpreti, Marco Paolini, Giovanni Storti, Giorgio Tirabassi e Neri Marcorè danno vita, per la regia di Ferrario, attenta e raffinata, in grado di regalarci una storia che poteva trasudare una triste malinconia e invece sprizza energia e voglia di vivere. Da non perdere.

Agente speciale 117

“AGENTE SPECIALE 117
AL SERVIZIO DELLA REPUBBLICA - MISSIONE CAIRO”
di Michel Hazanavicius; con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, Aure Atika, Philippe Lefebvre (II), Constantin Alexandrov.
“Ex malo bonum” avrebbe detto Agostino di Tagaste. Ora, senza voler sembrare irriverenti nei confronti del grande Padre della Chiesa, certo è che dal male della pandemia qualche cosa di buono anche per il cinema lo si può ricavare, a cominciare dal fatto che possano essere messe in discussione le politiche distributive delle grandi major e alcune pellicole, inspiegabilmente dimenticate, vengano tirate fuori dai cassetti e portate in sala.
È il caso di questo “Agente speciale 117 - Missione Cairo” di Michel Hazanavicius, girato nel 2006 e senza ragioni apparenti tenuto nei magazzini per quindici anni a dispetto del più che discreto successo raggiunto sul mercato transalpino (detto per inciso l’ultimo episodio della saga che nel frattempo è andata avanti ed è giunta al terzo capitolo si appresta a chiudere il festival di Cannes 2021, evento dopo il quale anche il secondo episodio arriverà nei cinema italiani). Parodia scombiccherata e ridanciana del mito di 007, il film di Hazanavicius ruota intorno alla figura di Hubert Bonisseur de la Bath (uno splendido ed esilarante Jean Dujardin), agente segreto al servizio della repubblica francese chiamato a investigare sulla morte di un collega di stanza al Cairo, nell’Egitto del 1955.
Giunto in terra d’Africa l’agente 117 si troverà costretto a fare i conti con una situazione a dir poco ingarbugliata, spie da ogni Paese, inganni, tranelli, misteri e tanta confusione che l’incauto e pasticcione 117 contribuiscono ad alimentare. Un po’ Johnny English, un po’ Austin Powers ma, naturalmente in rigorosa salsa francese, il film riporta alla memoria le commedie slapstick del cinema muto con Hazanavicius che esalta la squisita fisicità di Dujardin per regalarci un’ora e mezza di grande divertimento. Da vedere.