L’«alta quota» fa bene (davvero)

Montagnaterapia, il bilancio di una "due giorni" in val Chisone che ha coinvolto anche Fossano

Un soggiorno di due giorni al rifugio Selleries in val Chisone è stata l’ultima esperienza, in ordine di tempo, portata a termine nell’ambito del progetto di Montagnaterapia del dipartimento di Salute mentale dell’Asl CN1 in collaborazione con le sezioni territoriali del Cai. "Esperienza proficua e costruttiva che si aggiunge a uscite di trekking e alla giornata dedicata alla conoscenza del parco fluviale", spiegano gli organizzatori, che aggiungono: “L’obiettivo dell’iniziativa era, oltre allo sperimentarsi in una situazione di autonomia, quella di dare ai partecipanti la possibilità di condividere con altri spazi e luoghi comuni, nonché cimentarsi nella gestione di una fatica maggiore, dovendo camminare due giorni consecutivi”.

I partecipanti all’uscita provenivano dai tre territori di Saluzzo, Savigliano e Fossano, gruppo che come consuetudine organizza insieme le uscite di montagnaterapia.

Appuntamento il 23 agosto: di prima mattina colazione nel dehors di un bar sulla strada per la meta insieme agli accompagnatori del Cai di Saluzzo, poi il raggiungimento del rifugio consumando nel tragitto il pranzo al sacco. “Il giorno successivo – raccontano ancora gli organizzatori -, nonostante un cielo grigio e minaccioso,  siamo partiti, in testa Franco la nostra guida,  per un’escursione piuttosto ardua verso il lago del Laus e poi quello de La Manica, compiendo così un anello. L’entusiasmo non è mancato ed è stato il motore trainante che ha permesso di affrontare alcuni passaggi piuttosto impegnativi e lo spostamento notevole. Il meteo peraltro è stato favorevole: qualche raggio di sole e poche gocce di pioggia sulla via del ritorno… Abbiamo concluso la due giorni con una pizza ancora insieme. La soddisfazione di tutti era tangibile, un’esperienza che pensiamo possa lasciare un bel segno!

Il gruppo di Montagnaterapia ringrazia la sezione Cai di Saluzzo che ha organizzato il soggiorno e, insieme a quella di Savigliano, lo ha anche finanziato attraverso il progetto nazionale di "Montagnaterapia"; inoltre esprime riconoscenza al presidente Franco Galliano e ai soci volontari della sezione Riccardo Botta e Lidia Mina che con pazienza e in modo sempre rassicurante li ha accompagnati nell’avventura.