La prima pista - come aveva già scritto “la Fedeltà - portava alla ex Michelin, in via Torino, ora proprietà Lannutti. Poi è stata scartata e al suo posto Conad-Caredio Group, con l’avallo del Comune, ha individuato la soluzione via Villafalletto-via Ceresolia: 100 mila mq su cui costruire il nuovo polo logistico in sostituzione di quello di Quiliano (Savona). Per le associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura, Cuneo Birding, Lipu, per le sezioni cuneese e fossanese di Italia Nostra è stato un grave errore, nonché un cambio “incomprensibile”, che comporterà un consumo rilevante di suolo agricolo. E ora chiedono di tornare alla proposta originaria.
Pubblichiamo di seguito il loro intervento.
La Conad, acronimo di "Consorzio Nazionale Dettaglianti", società cooperativa della grande distribuzione, ha in programma la realizzazione di un nuovo polo logistico a Fossano su un’area attualmente a destinazione agricola con un consumo di suolo previsto estremamente rilevante (circa 100 mila metri quadrati) e un grave impatto paesaggistico.
La proposta ci ha particolarmente colpiti dato che il progetto di insediamento previsto in un primo tempo, e di cui eravamo venuti a conoscenza, andava a gravare su un’area industriale dismessa (ex stabilimento Michelin), con consumo di suolo praticamente nullo e impatto paesaggistico decisamente minore, oltre ai vantaggi non indifferenti sul piano ambientale: presenza di un raccordo ferroviario con la linea Torino-Savona; traffico aggiuntivo su gomma più distante dall’abitato; presenza di un impianto di cogenerazione/teleriscaldamento. L’area Michelin è tuttora disponibile poiché la società di autotrasporto Lannutti, attuale proprietaria, la vuole alienare.
Risulta quindi del tutto incomprensibile alle scriventi Associazioni, come a tanti cittadini fossanesi, il cambio dell’area dove impiantare il polo logistico deciso in concorso con l’Amministrazione Comunale di Fossano.
La Conad nel “Bilancio di sostenibilità 2020” dichiara espressamente di prestare ogni attenzione per ridurre le emissioni climalteranti. Si legge: “...A livello ambientale, particolare attenzione è dedicata alla gestione della logistica, che rappresenta una leva importante grazie alle oltre 7 milioni di tonnellate di merci movimentate e la presenza capillare sul territorio che contraddistingue l’insegna. In quest’ambito, Conad ottimizza carichi e tratte, sviluppando intermodalità e ricercando collaborazione da parte di tutti gli attori della filiera. Con 5 hub e 48 centri di distribuzione regionale, Conad riduce le emissioni di CO₂ grazie all’innovativo modello di trasporto franco fabbrica e grazie all’ammodernamento della flotta di automezzi. Grazie a queste iniziative, Conad è riuscita – nonostante un forte incremento delle merci movimentate (+19%) – a contenere il suo impatto sull’ambiente in termini di emissioni di CO₂, in crescita solo del 9%, a segnale di una maggiore efficienza del sistema logistico”.
Questa lodevole attenzione confligge, nel caso in questione, con il consumo di suolo previsto, che comporterà, oltre alla scomparsa di terreni produttivi, emissioni climalteranti notevoli (il suolo, com’è ormai noto, rappresenta uno dei massimi serbatoi di carbonio), grosso modo oltre 2.000 tonnellate di CO₂, senza considerare le emissioni legate alla fase di costruzione e quelle di funzionamento con il movimento di centinaia di camion, mentre il sito Michelin garantirebbe anche un trasporto intermodale data la presenza del raccordo ferroviario.
“Persone oltre le cose” è il noto slogan pubblicitario della Conad, che in questo caso non viene affatto messo in pratica. Ci chiediamo quale attenzione sia riservata alle persone, considerato che vicino all’area prevista per l’insediamento esistono, oltre ad attività produttive artigianali, insediamenti residenziali che sarebbero fortemente penalizzati dall’impatto visuale/paesaggistico e dall’incremento del traffico pesante. Per non parlare dell’autentico “insulto visuale” per l’intera comunità fossanese, dovuto alla pesante alterazione dello skyline causato dai quasi trenta metri di una parte dei nuovi fabbricati.
Ci auguriamo e speriamo vivamente che la Conad e l’Amministrazione comunale vogliano rivedere questa scelta tornando alla primitiva proposta che non comporterebbe consumo di suolo agricolo. Nella grave situazione ambientale che tutti abbiamo sotto gli occhi, la scelta di costruire in questo modo non ha più ragioni né scusanti, soprattutto laddove esistono valide alternative.
Bruno Piacenza – Presidente Legambiente Cuneo, Domenico Sanino – Presidente Pro Natura Cuneo, Albino Gosmar – Presidente Cuneo Birding, Silvio Galfrè – presidente Lipu Cuneo, Alberto Collidà – presidente Italia Nostra Cuneo, Paolo Di Marco – presidente Italia Nostra Fossano