L’assemblea del Sinodo ha messo a fuoco il complesso tema della fede

La terza sessione si è svolta il 5 e il 12 novembre

Pellegrino don Giuseppe
don Giuseppe Pellegrino, segretario generale coordinatore del Sinodo, durante la sessione online

L’assemblea del Sinodo interdiocesano ha vissuto la terza sessione, dedicata al tema della fede. Con la formula collaudata dei due appuntamenti, il primo online il 5 novembre, il secondo in presenza, nella chiesa di San Paolo a Cuneo, il 12 novembre. Un’ottantina in media i delegati sinodali (sui 120 convocati) che hanno partecipato a ciascuna delle serate.

Durante il primo incontro sono state illustrate le nove proposizioni sul tema: “Esse propongono alla Chiesa locale di adottare stabilmente due obiettivi: riportare ogni volta al cuore di quello che siamo e facciamo la fede; aggiornare la nostra fede accettando la provocazione del tempo odierno - si legge nella sintesi pubblicata sul sito del Sinodo -. Ciascun credente è continuamente esposto al rischio di smarrire la propria fede, perché le pratiche del credere possono diventare automatismi vuoti, senza anima. Da qui la responsabilità che la Chiesa locale ha di aiutare i credenti ad alimentare la fede personale. Anche le comunità sono esposte al rischio di smarrirsi nella tentazione dell’autoreferenzialità (celebrare se stesse e la propria tradizione o i propri miti) e dell’attivismo che consuma forze, risorse, tempo nella continua proposta di attività. Occorre assumere strumenti istituzionali che contrastino ciò che porta persone, pratiche, istituzioni ecclesiali a diventare gusci vuoti, senza fede”.

In apertura della seconda serata, si è proceduto alla votazione delle undici proposizioni dello Strumento di lavoro, dedicate al secondo tema sinodale: la parrocchia. Su ciascuna proposizione è stato raccolto il consenso quasi unanime, con poche astensioni. Poi si è aperto il confronto, con una trentina di interventi sul tema fede. Da parte del segretario generale, don Giuseppe Pellegrino, “è stato proposto come avvio per il confronto l’interrogativo su alcune polarità emerse circa la necessità o meno di sottolineare che la Chiesa locale debba presentarsi innanzitutto come servizio alla fede e circa il percorso della fede considerato come fatica o innanzitutto come gioia. È emerso come si tratti di accentuazione che non vanno contrapposte, ma integrate, senza negare sensibilità differenti tra i fedeli. Allo stesso tempo è diventato più chiaro a tutti come proprio il tema della fede sia al centro del percorso sinodale, perché ne va di ciò che siamo e di ciò che facciamo, eppure sia anche il tema più difficile da affrontare con competenza teologica e con consapevolezza della sua fragilità e preziosità”.

La serata si è conclusa con un intervento del vescovo, che ha manifestato la sua soddisfazione per il percorso sinodale, in cui egli constata crescente maturazione e profondità. Per quanto riguarda il tema della fede, il vescovo “ha visto emergere nell’assemblea innanzitutto le dimensioni del cammino, della ricerca, della sofferenza. Di conseguenza ha esortato la Chiesa locale a proseguire sulla via dell’incontro con tutti, mettendosi a disposizione, per «lasciarsi trovare» e cercando il contatto, per «andare a trovare»”.