Attesa

“L’attesa del piacere è essa stessa piacere”, ce lo dice pure la pubblicità. Ma non ci crediamo veramente. Non la sopportiamo. Da quella alla fermata del bus a quella in coda allo sportello. Serve pazienza. Non ne abbiamo, la nostra vita va in una direzione diversa. Tutto e subito. Vogliamo sapere subito come andrà a finire, vogliamo certezze immediate (forse perché il mondo attorno a noi, di certezze ce ne dà davvero poche). Ora vanno di gran moda le serie tv. E te le guardi tutte dalla prima puntata all’ultima, una maratona. Un tempo si aspettava una settimana da una puntata all’altra, ora hai tutto insieme. Al limite aspetti la stagione successiva. Che fastidio! Ma la nostra vita è davvero così o lo è diventata? Abbiamo bisogno di riscoprire che la vita è fatta di attesa, in tutte le sue fasi. Anzi che la vita nasce da un’attesa e quindi fa parte del nostro essere. L’attesa della madre per il proprio figlio, quella per una relazione che sta nascendo e si costruisce giorno per giorno, quella del contadino che dopo aver seminato spera in un germoglio e in un raccolto. Nell’attesa c’è la speranza, il senso del tempo, la fiducia e l’abbandono, nella consapevolezza che molto dipende da me, ma non tutto. Occorre affidarsi. Ma non si tratta di un tempo vuoto, anzi, c’è già un germe del risultato finale, che va curato, protetto, vissuto. L’attesa non è chiudere gli occhi e aspettare, ma prepararsi ad un incontro, ad uno sviluppo, a qualcosa di nuovo e sorprendente. Stiamo iniziando un tempo di attesa, di Avvento, da vivere intensamente. Un’occasione da non sprecare.