“Non è giusto parlare di peste suina. Nessun allevamento di suini è stato contagiato; sono infettati i cinghiali che, essendo animali selvatici, sono molto più esposti all’infezione. I suini sono sono allevati in sicurezza; il know how degli allevatori è molto elevato: il Piemonte è all’avanguardia da questo punto di vista”.
Gian Giorgio Bruno, allevatore di suini, già assessore all’Agricoltura del Comune di Fossano, non riesce a capacitarsi del fatto che il comparto suinicolo subisca conseguenze tanto pesanti per una serie di leggerezze.
“Si è arrivati a questo punto perché si sono lasciati proliferare i cinghiali; non è un caso che abbiano contratto l’infezione: arrivano ai bordi delle città, vanno ad alimentarsi ai cassonetti dei rifiuti… Ai nostri maiali questo non succede, perché sono sotto controllo, sono chiusi negli allevamenti. Però paghiamo le conseguenze di tutto questo”.
La "Peste dei cinghiali" sta creando gravi problemi ai bilanci aziendali: gli allevatori lavorano in perdita con la prospettiva di un progressivo peggioramento della situazione.
"Questo succede a causa della nostea debolezza nei confronti dei Consorzi extraregionali - dice Gianni Bruno, che chiede alle istituzioni di affrontare il tema della valorizzazione delle carni suine piemontesi e dei trasformati per ridare dignità al settore.
L'intervista completa su la Fedeltà di mercoledì 16 febbraio