Vittorio Dentis, una persona vincente su tutti i fronti della sua vita

Domenica 30 luglio gli è stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Bagnasco

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Il sindaco di Bagnasco Giuseppe Carazzone conferisce la cittadinanza onoraria a Vittorio Dentis

Ci sono persone che diventano famose per quello che fanno o hanno fatto. Ce ne sono altre che lo diventano per quello che sono, per la loro grande umanità. Vittorio Dentis è uno di quelli che le rappresenta entrambe, in quanto pioniere del riciclo della plastica, quella che oggi è la Dentis Recycling Italy, con sedi anche all’estero e più di 200 impiegati, continuata dal lavoro di squadra dei figli Corrado e Roberto, e in quanto protagonista di una storia incredibile, la sua vita, fatta di amarezze e difficoltà, che non solo “non l’hanno incattivito”, ma ne hanno fatto una persona “vincente su tutti i fronti”.

Sono le parole utilizzate dal sindaco di Bagnasco, Giuseppe Carazzone, nel dare lettura della sua proposta al Consiglio comunale, e della delibera dello stesso Consiglio, che concede la cittadinanza onoraria a Vittorio Dentis, durante la cerimonia di domenica scorsa, 30 luglio, nella Sala San Giacomo di questo comune della Valle Tanaro, gremita per l’occasione. Era presente quasi tutta la sua Amministrazione comunale, che “ha desiderato esserci a questa cerimonia, nonostante non fosse una convocazione ufficiale del Consiglio medesimo”, ha continuato il sindaco.

La storia di Dentis, così imprescindibile e inseparabile dalle ragioni del suo successo, è stata illustrata nelle ragioni della delibera medesima che gli conferisce la cittadinanza bagnaschese. È una storia che parte da Fossano, che gli ha dato i natali nell’aprile di 86 anni fa, per essere quindi affidato, a pochi giorni dalla nascita, all’Istituto dell’Infanzia di Cuneo, e quindi a due famiglie affidatarie di Bagnasco, che si sono succedute nell’arco dei suoi primi 12 anni (un legame affettivo, con questa comunità, che “non ha mai spezzato” e che è riportato come un’altra delle motivazioni per conferirgli la cittadinanza onoraria). Poi il ritorno in Istituto, l’incontro con la madre naturale, i diversi lavori, umili, la fame ed altre ristrettezze che ha dovuto affrontare. Fino a quando, con il matrimonio, la moglie inseparabile Rita, e i figli Corrado e Roberto, è iniziata anche l’ascesa professionale e sociale, ed il successo dell’attività imprenditoriale.

“Ho conosciuto Vittorio anni fa quando veniva a vendere i ricambi di biciclette”, ha ricordato ancora il sindaco. “Poi ci siamo ritrovati quando ha iniziato a ristrutturare la casa di sua proprietà, vicino alla Cappella di Santa Croce. E poi ancora, in modo particolare, quando ha deciso di costruire il Cippo in memoria delle vittime della famiglia Canavese (la sua prima famiglia, affidataria ndr) e anche di un’altra persona, bruciate vive in una casa dove lui aveva abitato fino all’anno prima. Le motivazioni per conferire la Cittadinanza onoraria a Vittorio sono dunque, innanzitutto, di carattere umano, e poi professionale”.

Carazzone ha quindi porto i saluti alla famiglia Dentis, al presidente di Confartigianato Clemente Malvino, al sindaco di Lequio Tanaro Giuseppe Trossarello, al gruppo alpini di Fossano e Bagnasco, al luogotenente e comandante della stazione dei carabinieri di Bagnasco e poi a tutta l’assemblea riunita a presenziare, non per dovere, ma per affetto sincero. La parola, quindi, l’ha ceduta allo stesso Dentis, prima di consegnargli la pergamena e il gagliardetto dello stemma comunale del Comune di Bagnasco (invece delle chiavi simboliche, “di cui non ha bisogno, essendo lui già un mezzo bagnaschese”). L’imprenditore ha ringraziato il pubblico bagnaschese per l’onorificenza - "non so se me la merito" ha detto più volte - e “per essere venuto a festeggiarmi". "Questo - ha aggiunto - è un onore di cui vi sarò sempre debitore”. Poi il grazie, oltre alle autorità del Comune, sindaco e Consiglio comunale, rivolto anche “a tutti i presenti, perché altrimenti, uno per uno, non riesco a farlo facilmente”. E quindi al direttore delle fonti San Bernardo, “che mi ha voluto onorare con la sua presenza”, ad alcuni fossanesi più noti tra cui Anna Mantini e l’ex sindaco Francesco Balocco, ad una rappresentanza di San Sebastiano, “da cui arriva il mio ceppo originario”, alla nuora e alla nipotina Anna e familiari tutti, “ai figli che fanno l’onore della nostra casa”, a Rita, la moglie, “che ha costruito la famiglia Dentis”, al presidente degli artigiani di Fossano, a Cecilia Gai, “che è stata, almeno un po', la mia salvatrice”, di fronte alla sua prima famiglia affidataria.

È la stessa famiglia che, nonostante le angherie subite, ha ricordato con tanta comprensione. “C’era la fame - ha ricordato - e, trovandosi nel frattempo a mancare anche la moglie, i figli, più grandi di me, ce li avevo tutti contro. Io ero un estraneo per loro. Erano poi abbastanza chiusi, mentre io, espansivo, con le mie espressioni di affetto, mi creavo le gelosie degli altri. E quando sapevo che il papà andava via per qualche giorno in paese, io scappavo da Cecilia a circa tre chilometri di distanza, e da lei mi davano da mangiare, anche buono! Stavo lì tutto il giorno e poi mi dicevano di andare a casa. Io allora mi mettevo sotto il primo albero che trovavo, per passarci la notte e ritornare al mattino, appena vedevo che si muoveva qualcuno in quella casa. Sieti turna si? Mi dicevano. Però mi davano colazione e da mangiare e stavo bene”.

Nonostante le minacce dei ragazzi della famiglia affidataria a non raccontare come venisse trattato, Cecilia “riuscì a farsi dire da me perché io scappavo da casa”. Così lei, di circa 13 anni, lo riaccompagnò quindi dove avrebbe dovuto vivere, e, radunando tutti i ragazzi, li apostrofò che “se veniva ancora a sapere che mi lussavano, gliene avrebbe dato lei a loro, o altrimenti li avrebbe denunciati ai carabinieri”. E da quel momento “hanno incominciato a rispettarmi”. Con un caloroso applauso, seguito da molti altri, Dentis ha voluto “condividere con lei, la sua famiglia e tutti i presenti, questa sua onorificenza”.

“Dopo l’inizio difficile, sono però stato molto fortunato”, ha aggiunto quasi al termine della cerimonia (continuata ancora nel pomeriggio, con un pranzo offerto negli spazi del campo da calcio), e cedendo la parola al figlio più vecchio, Corrado, che di suo padre ha parlato “della tenacia e dell’esempio a non mollare mai: quello che poi, tutti insieme, abbiamo cercato di fare, portando avanti i germi delle sue attività. Tutto parte da lui, che ha visto nel riciclo delle plastiche un’opportunità interessante a livello lavorativo. Adesso, da pensionato, lo abbiamo lasciato alla sua passione per gli animali” e a tante altre ancora, che lo avvicinano, con curiosità, al contatto diretto con la gente. “La sua capacità di farsi voler bene infatti”, ha aggiunto l’altro figlio Roberto, “è stata una caratteristica peculiare che lo ha sempre contraddistinto. E che serve, nella vita come nel lavoro; questo è un insegnamento importante che ci ha dato. Essendo inoltre altruista, quello che ha ricevuto lo ha in qualche modo anche restituito”.

Vittorio Dentis cittadinanza onoraria
Il Consiglio comunale di Bagnasco con Vittorio Dentis
Vittorio Dentis cittadinanza onoraria
Papà Vittorio con i figli Roberto e Corrado
Vittorio Dentis cittadinanza onoraria
Vittorio con la moglie Rita, il sindaco di Bagnasco, Anna Mantini e Francesco Balocco