“La Rimpatriata”: un volume sull’atletica cuneese che fu

Un momento della presentazione del volume presso il Comune di Cuneo

Un volume per raccontare, attraverso il ricordo di nove “rimpatriate”, la storia dell’atletica cuneese e non, e, in particolare, dell’atletica dei tempi d’oro, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. È questo, in sintesi, “La Rimpatriata. Atleti Anni ‘70”, edito da Araba Fenice, scritto da Paolo Riba, con prefazione di Gianni Romeo, e presentato lo scorso 27 ottobre a Cuneo, di fronte a un vero “parterre de rois”, composto tra gli altri anche dai fratelli Damilano e dall’albese Pietro Riva, già campione europeo Juniores sui 10mila metri nel 2015.

Riba, che fu uno di quei ragazzi che si diedero battaglia in pista in quegli anni, è stato ideatore e presidente del Comitato Rimpatriate, che dal 1996 con cadenza regolare organizza momenti di ritrovo in provincia di Cuneo, in cui si ricordano i bei tempi che furono, condividendo emozioni e avventure del passato.

Riba, che cos’è “La Rimpatriata”?

È innanzitutto il racconto e la descrizione di nove raduni di chi ha contribuito a “fare” l’atletica dagli anni Settanta in poi in provincia di Cuneo. Non vuole essere, però, una raccolta di dati e record. Per quelli ci sono altri volumi, molto più dettagliati. Questo libro è un insieme di ricordi e sensazioni, di condivisione di un passato comune. 303 pagine con oltre mille foto per celebrare tutti gli atleti di questi anni, senza distinzione di livello e qualità sportiva.

Come nacque l’idea delle rimpatriate?

I primi a pensarci fummo io e Luciano Ferrero, che raggiungemmo subito Gigi Catalfamo, al tempo direttore del campo scuola di Cuneo. Lì, contattammo AlbertoAnello,la mia“bestia nera” in pista, che non riuscivo mai a battere. Grazie a lui riuscimmo ad ampliare il nostro raggio, ampliando la nostra rete di conoscenze e dando il via al primo raduno, datato 1996, che è stato il preludio a tanti altri appuntamenti insieme.

Un libro che non dimentica l’agonismo di quegli anni…

Sicuramente. C’è spazio per tutti, non solo per gli olimpionici e per i campioni italiani, a cui è ovviamente dedicata una sezione specifica. Ci sono anche coloro che se la giocarono a lungo, anche a livello regionale. Io, ad esempio, ero un buon velocista, ma mai un vero campione. Ero forte sui primi 40 metri, poi quelli più alti di me mi superavano. Sono stati comunque anni divertentissimi.

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