Il tempo del Seminario, per camminare con gioia e stupore verso qualcosa di più grande

L'annuale Giornata del Seminario si celebra domenica 28 gennaio nelle diocesi della provincia di Cuneo. Sono cinque i giovani che si preparano al sacerdozio

Giornata Del Seminario 2024 Seminaristi

La Giornata del Seminario 2024 si celebra nelle comunità della diocesi di Cuneo-Fossano domenica 28 gennaio.

Attualmente il Seminario interdiocesano di Fossano ospita cinque giovani provenienti dalle comunità della provincia di Cuneo: tre della diocesi di Cuneo-Fossano, si tratta di Alessandro Daniele (23 anni, al 4° anno), Kevin Melis (27 anni, al 2° anno) e Gianmichele De Conno (29 anni, al 1° anno); gli altri due sono Nicolò Bellino (24 anni, diocesi di Mondovì, al 5° anno) e Alessandro Testa (22 anni, diocesi di Saluzzo al 2° anno).

La piccola comunità di giovani condivide insieme la bellezza e lo stupore del sentirsi chiamati a dedicare la vita al Vangelo attraverso il servizio del ministero ordinato. Come recita anche la citazione dell’evangelista Marco che campeggia sulla locandina “Erano stupiti del suo insegnamento”.

Il Seminario è quindi il tempo e il luogo della fraternità, del discernimento e della formazione. Per comprendere meglio come i cinque giovani stanno vivendo questo tempo di studio e di vita comunitaria, abbiamo rivolto loro alcune domande.

Cosa significa per te essere in Seminario?

Nicolò: Il seminario è la possibilità di un tempo e uno spazio in cui prepararmi ad essere un domani prete. È un tempo intessuto di relazioni fraterne: la vita comunitaria ci permette di crescere e maturare, se lo si vuole, per essere prima di tutto uomini autentici e per essere domani pastori che sappiano incontrare tutti lì dove vivono.

Alessandro D.: Il tempo del seminario serve per approfondire il proprio rapporto con il Signore, vivendo all’interno di una comunità con cui si condivide la crescita intellettuale ed umana per prepararsi a servire la propria diocesi come ministro ordinato.

Kevin: Il seminario è tempo di formazione, per giungere a mete più alte, come lo sono tutti i tempi di preparazione; per me esser in seminario è camminare con gioia verso qualcosa di più grande, il ministero ordinato. Alle cose grandi si arriva con impegno, tenacia, e voglia di mettersi in gioco.

Alessandro T.: Per me essere in Seminario significa vivere un percorso di formazione e di vita comunitaria insieme ad altri giovani che come me cercano, ogni giorno, di trovare la loro strada nel servizio a Dio e alla Chiesa.

Gianmichele: Dal momento che in me la ricerca della Verità esige le forze di tutta l'anima, essere in seminario significa dedicarmi completamente alla ricerca della Verità con tutte le mie forze, così da realizzare me stesso nei limiti delle mie qualità.

Cosa ti ha portato a decidere di entrare in Seminario?

Nicolò: Mi ha spinto ad entrare in seminario vedere che la vita del prete è qualcosa di possibile e di bello. Ho visto preti contenti di esserlo e comunità vivaci. Questo mi ha testimoniato che servire il Signore nella Chiesa era ciò che faceva per me.

Alessandro D.: Sono state decisive per il mio ingresso in seminario le testimonianze buone di preti che hanno abitato e servito la mia parrocchia di San Dalmazzo, frequentando la bella comunità che lì vive. Hanno avuto una loro importanza l’essere stato chierichetto e alcune esperienze fatte in Seminario a Cuneo negli anni della scuola superiore.

Kevin: La figura del prete è stata protagonista nella mia vita fin da bambino, prima nella mia parrocchia del Sacro Cuore in Cuneo, e poi crescendo, in Cattedrale, nei nostri santuari, nell'ufficio missionario, nella biblioteca diocesana. Qui ho incontrato dei bravi don che mi hanno trasmesso la bellezza dell'essere ministri del Signore tra la nostra gente e per la nostra gente. Oggi sono qui, in cammino, grazie al loro esempio.

Alessandro T.: Mi ha portato a decidere di entrare in seminario l’opportunità di condividere la vita della parrocchia e dell’oratorio di Saluzzo con sacerdoti, religiose e laici che mi hanno fatto scoprire la bellezza di essere cristiano. Interrogandomi su quale fosse la strada giusta da seguire e sentendomi chiamato al ministero ordinato, ho deciso di entrare in Seminario.

Gianmichele: Ciò che mi ha portato in seminario è stata la ricerca della Verità, nella quale credo e alla quale non mi è possibile voltare le spalle una volta trovata.

Intervista completa su La Fedeltà del 24 gennaio