Ferragni-Balocco, l’inchiesta continua a Milano

Pandoro Ferragni Balocco(1)
Il pandoro oggetto della sentenza dell'Antitrust
La Procura generale della Cassazione si è espressa, dirimendo il conflitto di competenza sul caso "Ferragni-Balocco": sarà la Procura di Milano, e non quella di Cuneo, a portare avanti l’inchiesta per truffa aggravata sul pandoro "Pink Christmas", prodotto dall'azienda fossanese e "griffato" dalla nota influencer.
La Procura di Cuneo aveva inoltrato una richiesta in via ufficiale di trasmissione degli atti al procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, ritenendosi competente: si era così attivato l’articolo 54 bis del Codice di procedura penale, che regola i “contrasti positivi tra uffici del pubblico ministero”. D'altro canto, anche la Procura milanese riteneva di essere territorialmente competente ad indagare, posto che il presunto danno sarebbe parcellizzato fra tutti i compratori italiani del prodotto.
Le argomentazioni dei magistrati cuneesi, in base ai quali l’ipotetico “ingiusto profitto” della truffa sarebbe in capo all’azienda fossanese, non sono state accolte. Ora da Cuneo verranno trasmessi tutti gli atti ai colleghi che indagano nel capoluogo lombardo. Le indagini, parallele all’attività ispettiva dell’Antitrust, riguardano anche il caso - simile - delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e la bambola Trudi. A Milano vanno avanti gli accertamenti soprattutto in relazione al luogo in cui sono stati incassati i profitti, ossia alla “catena” degli incassi e ai conti. La decisione del pg della Suprema Corte tuttavia non è definitiva, anche perché, nel corso del procedimento, le difese potranno rivolgersi direttamente ai giudici della Cassazione per la questione di competenza territoriale.