Dalla canapa a una collezione di giacche sostenibili

Angela Bracco, fossanese, ha realizzato il sogno di creare con questo tessuto “grezzo e profumato”

Angela Bracco nel suo stand alla fiera indica sativa di bologna

Metti di avere una passione per la tela di canapa, quella antica che la nonna custodiva nei bauli; metti di aver studiato da modellista e lavori ormai da anni nel campo della moda; metti di avere da sempre il sogno di creare una linea di abbigliamento sostenibile, ecologica, etica. “Ecco la canapa” è nata così: dalla passione di Angela Bracco, modellista fossanese, classe 1968: “Nel 2009 avevo realizzato delle giacche da uomo bianche, ma poi avevo interrotto il progetto. Il desiderio di creare una linea in questo tessuto così grezzo, profumato, materico mi era rimasto dentro. Ho quindi iniziato a cercare un modo per tingere la tela con dei pigmenti naturali al 100% e a disegnare dei modelli che fossero più accattivanti”.
Quello di raggiungere un prodotto finito senza usare sostanze chimiche è un percorso lungo e complesso. Innanzitutto c’è la ricerca della tela, tra mercatini e produttori che seguano le antiche modalità di tessitura, il reperimento dei bottoni, anch’essi da ricercare tra “ciò che già c’era, senza dover prendere nulla di nuovo, riducendo l’impatto industriale. I bottoni li acquisto nei mercatini, come la tela”.
Una volta che la tela è a disposizione Bracco inizia a sbiancarla con bagni ripetuti in cenere, scaglie di sapone, bicarbonato e alloro. Procede poi al bagno di cremor tartaro che serve ad ammorbidire la fibra e fare in modo che recepisca poi il colore al meglio.
I pigmenti che utilizza Angela sono a loro volta frutto di una ricerca. La prima capsule wè in quattro colori: “Uso l’indaco per il blu, il keria lac per il rosso, tannino di castagno e quebracho per il marrone e curcuma per il giallo. La curcuma e il tannino li trovo in Italia, mentre per il rosso e il blu mi sono rivolta a una artigiana in Lituania. Il prossimo passo sarà mescolare i pigmenti in modo da creare nuovi colori. Ho anche preso contatti con altri artigiani che estraggono i colori naturalmente e hanno altre varietà cromatiche”.
Una volta tinte le tele Angela è pronta a tagliarle e cucirle dando vita alla sua capsule collection: quattro modelli di giacche, due da donna, una da uomo e una unisex in tre taglie e quattro colori, etichettati a mano uno a uno, che hanno visto la luce alla fiera Indica Sativa proprio nel mese di aprile 2024: “Dopo un anno di lavoro mi sono sentita pronta e la risposta è stata davvero ottima. Moltissime persone si sono soffermate chiedendo informazioni. Sono molto contenta di essere riuscita a realizzare i miei capi in modo completamente naturale. L’acqua nella quale faccio bollire i capi per la tintura la verso nel terreno dove ho il laboratorio perché addirittura lo arricchiscono. I capi prodotti così, oltre a durare a lungo perché sono di qualità, a fine vita potrebbero paradossalmente essere sepolti sotto terra senza minimamente inquinare. La fibra stessa di canapa ha un ciclo produttivo molto importante, richiede pochissima acqua e arricchisce il terreno su cui viene coltivata predisponendolo a nuovi cicli produttivi per chi fa la rotazione”.

Ecco la canapa - Foto Clara Bosio - Modella Debora Licci
Foto Clara Bosio - Modella Debora Licci

I quattro modelli sono eleganti e casual al contempo, la canapa, e questo forse è l’elemento più inaspettato, pur essendo apparentemente grezza, ha una buona elasticità e si presta anche a tagli più “slim”. Ecco quindi una giacchina corta con collo a scialle, un soprabito con il cappuccio, un parka con la coulisse in vita e una giacca con un taglio maschile che ben si presta anche ad essere indossata da una donna che vuole un look grintoso.
“Ecco la canapa è ancora all’inizio, ma sono stata molto fortunata perché in questi mesi molti miei amici hanno collaborato: chi per la realizzazione dei flyer, chi per le fotografie, chi si è prestato come modello. Mi sono sentita molto sostenuta in questo percorso un po’ folle. Anche se ha visto la luce sostanzialmente in sei mesi, contiene il know how di anni di lavoro e il valore di una rete di amicizie. In questi anni ho sempre usato la canapa in svariati modi: ne ho realizzato tende, lenzuola molto confortevoli in estate. È una fibra che conosco molto bene, ogni volta che mio papà ne trovava in giro me ne portava. Ho imparato a conoscerne la versatilità recuperando vecchie lenzuola, spesso antiche, riconosco i nodi per capire la qualità della tessitura. Sono molto fiera di ciò che ho realizzato fino ad ora”.

Ecco la canapa Modello Alberto Scarati
Foto Angela Bracco - Modello Alberto Scarati