Un viaggio nell’anima sotto il segno dei pesci (fotogallery)

Tre ore e mezza di musica, parole ed emozioni con Venditti

Anima Festival Antonello Venditti47
Fotografie Paolo Barge

Dopo il sold out dei concerti tenutisi nei più importanti palazzetti italiani nel 2018, il successo del tour “Sotto il segno dei pesci” sta continuando ancora nel 2019 per il cantautore Antonello Venditti; in località di provincia e in luoghi popolari, all’aperto o nelle piazze. Come l’anfiteatro dell’anima di Cervere.
Un luogo che l’artista romano ha elogiato più volte ieri sera, martedì 16 luglio, complimentandosi “con chi ha creato tutto questo ambiente. Sono curioso di cantare in un posto così, che benedico perché da qui si vedono cose che non si vedono altrove”. (Come l’eclissi lunare, spettacolo nello spettacolo, che Venditti ha ripetutamente invitato ad osservare, meravigliandosi per la sua bellezza).
Un incanto che si è snodato davanti ad un pubblico maturo, che ha ascoltato e seguito con passione tre ore e quaranta minuti di ininterrotto spettacolo, intercalato da musica e parole. “Sarà un concerto molto lungo” aveva già annunciato l’artista con simpatia ed una apertura d’animo inconsueta per un momento di carattere pubblico come quello di Cervere.
Ha narrato ai presenti tratti della sua storia, “in comunione con quelli che non l’hanno vissuta”, regalando emozioni attraverso testi, musica e voce cristallina, capace di coinvolgere chi ascolta in alcuni dei suoi più grandi successi, parlando di sogni e delusioni personali. E quindi di un’Italia che era e che oggi non è più (con i brani tratti dall’album Sotto il segno dei pesci, che nel 1978 decretò l’inizio del suo successo).
Non senza tralasciare i problemi sociali, come quello dei morti per eroina (in Lilly), dell’amicizia che lo ha salvato dall’idea del suicidio (Ci vorrebbe un amico), della libertà di informazione (Il telegiornale) oltre ad alcune celeberrime canzoni d’amore (Amici mai, e Dalla pelle al cuore); non nascondendo, in quest’ultime, la sofferenza di un matrimonio finito, come il suo, e la necessità di perdonare.
In tutto si sono susseguiti 28 brani accompagnati dall’esecuzione della sua attuale band (con due batterie, chitarra elettrica, acustica e tastiere), a cui è poi subentrata, a metà concerto, quella che nel ’78 aveva fatto con lui il tour dell’album; i “Stradaperta”. Una collaborazione che è poi diventata, con gli anni, sostegno reciproco e quindi amicizia, fotografando insieme la situazione delle diversità sociali che animavano la nazione di quel tempo; per esempio con le lotte per l'emancipazione femminile, di cui un aspetto è stato tratteggiato nella storica canzone “Sara”.