Stendi la mano al povero

Al termine del Giubileo della Misericordia Papa Francesco ha voluto indire e offrire alla Chiesa la Giornata mondiale dei poveri che ha la fi nalità di richiamare le comunità cristiane alla testimonianza della carità con un effettivo servizio ai poveri. Il tema proposto per questa giornata è tratto dal libro del Siracide: “Stendi la mano al povero. Ne riceverai grazia e benedizione”. Il Libro del Siracide invita a costruire buone relazioni con il povero perché Dio ama chi stabilisce rapporti di fraternità e lo ricompensa con grazia e benedizione. Il povero è colui che fatica a camminare da solo e, proprio per la sua condizione di fragilità e debolezza, ha bisogno che qualcuno gli dia la mano e lo affi anchi con un accompagnamento fraterno. Dio ha una benedizione particolare per chi cammina con i poveri. Egli, che è Padre, vede con benevolenza i suoi fi gli che instaurano relazioni fraterne, di aiuto, di solidarietà, di integrazione. Il gesto più effi cace per realizzare questo è tenersi per mano. Accompagnare il povero, mano nella mano, è il vero aiuto fraterno possibile. Il povero proprio per sua condizione fatica a cogliere le opportunità, a discernere il vero bene per sé e per la propria famiglia. Spesso la sua situazione di povertà infl uisce negativamente nel riconoscere le capacità personali; si perde la propria autostima e si ha bisogno di una mano forte e amica che aiuti nelle scelte e indichi la strada. Anche le nostre comunità hanno bisogno di mani premurose come quelle del buon samaritano che si prendano cura di chi è bastonato dalla vita, di chi, partendo da posizioni svantaggiate, non riesce a tenere il passo sempre più frenetico del sistema produttivo e viene schiacciato e messo al margine. Si può stendere la mano verso il povero anche per motivi abietti, ignobili e indegni. Ci sono persone, ma anche vere e proprie organizzazioni che stendono le loro mani ai poveri per sfruttarli, servirsene in modo disumano e illegale per produrre a basso costo ricchezza per pochi. Si pensi alle grandi forme di sfruttamento: prostituzione, schiavitù, commercio di organi, mercato della droga, usura, ecc. Ci sono poi delle forme di sfruttamento che arricchiscono le nostre economie anche se avvengono molto lontano da noi: come il lavoro minorile, lo sfruttamento di lavoratori senza contratti di lavoro, con salari inadeguati, senza tutele di salute e di sicurezza. Con la globalizzazione questo fenomeno ha toccato ogni angolo della terra. I Paesi poveri lavorano per i Paesi ricchi a condizioni disumane. Ma i poveri vivono in modo indegno e vengono sfruttati anche vicino a noi: nei campi, nei frutteti, negli allevamenti di bestiame, nei cantieri, nelle aziende. Mettere le mani sui poveri per sfruttarli è abbastanza a portata di mano ed è molto redditizio. I poveri, proprio per la loro condizione di debolezza e necessità, accettano qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione. Questo grida vendetta al cospetto di Dio. Papa Francesco nella sua recente enciclica “Fratelli tutti” ha una ferma condanna delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali. Di fronte a questi grandi problemi che turbano le coscienze dell’umanità di oggi i cristiani sono chiamati alla condanna più ferma, alla denuncia e ad essere consapevoli che tendere la mano al povero è un modo di annunciare e testimoniare il Vangelo e manifesta il realismo della fede cristiana e la sua validità storica.

di Stefano Mana