Gioco d’azzardo: Fossano difende la legge sul “distanziometro”

Passa in Consiglio la mozione presentata dalle due coalizioni di minoranza che chiede al presidente Cirio di non cambiare la legge Chiamparino. La maggioranza non si oppone

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Il voto non è stato unanime. Ma l’astensione di tutta la maggioranza ha consentito che 6 sì - quelli delle liste Cortese e Ballario - bastassero per approvare la mozione a difesa della legge regionale sul gioco d’azzardo. Considerato l’oggetto (la richiesta al presidente e alla Giunta regionale in carica di non toccare una legge varata dalla Giunta Chiamparino) e, alla luce di altri tentativi sullo stesso tema non andati a buon fine (a Genola, altro Comune a trazione Lega, il Consiglio ha bocciato la mozione del gruppo di opposizione), un risultato insperato per i firmatari, per una volta uniti, delle liste di minoranza di Fossano.

Il “miracolo” si è verificato lunedì 9 novembre, all’ultimo punto di un Consiglio comunale piuttosto impegnativo. La mozione è stata illustrata da Enzo Brizio, che ha esercitato la sua forza di persuasione per sostenere la causa di una legge, partorita nel 2016, che ha diradato la presenza di videopoker e sale giochi nei centri urbani piemontesi (ora c’è un locale con slot-machines ogni 2.413 abitanti contro una media nazionale di 1 ogni 962) grazie all’introduzione del “distanziometro”, ovvero l’obbligo di rispettare la distanza minima di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali, case di riposo, impianti sportivi, ecc. Questo “diradamento”, secondo i numeri citati nella mozione, ha avuto l’effetto virtuoso di ridurre i volumi di gioco in Piemonte, facendo registrare tra il 2016 e il 2018 un calo del 9,7% della raccolta “fisica” (-497 milioni) a fronte di una crescita dell’1,6% nel resto d’Italia. E non ha spostato il gioco sui canali online o, perlomeno, non lo ha fatto in misura diversa da quanto sta avvenendo in tutta Italia (l’incremento in Piemonte è stato del 45%, il dato nazionale segna un +48%). Ciò detto, ha aggiunto Brizio, “i dati restano ancora preoccupanti: le famiglie «ufficiali» con un componente affetto da ludopatia sono in Piemonte 38 mila, secondo i dati della Guardia di Finanza, ed in provincia di Cuneo la spesa pro capite per il gioco d’azzardo è di circa 600 euro all’anno”.

Ciò nonostante, due proposte di legge presentate dalla Lega in Regione, entrambe a sostegno dei gestori delle case da gioco, vorrebbero introdurre una marcia indietro: la prima cancellando la retroattività della norma del 2016, la seconda riproponendo un distanziometro “calmierato” a 250 metri. Senonché - secondo Brizio (e gli altri firmatari), “non esiste alcun motivo per modificare o addirittura abolire una legge che ha prodotto ottimi risultati, che è stata imitata da altre Regioni italiane e che indubbiamente dà un aiuto sostanzioso ai cittadini più fragili e in difficoltà”. In replica, il sindaco Dario Tallone ha citato altri numeri, secondo i quali la compressione dei punti di gioco legale e fisico non ha fatto altro che favorire quello online o, peggio, quello illegale, “non autorizzato e non controllabile”. Dopodiché, riconoscendo la legittimità (anche) delle ragioni della mozione, ha virato sull’astensione, non prima di aver invitato “lo Stato a fornire linee guida chiare per evitare che ogni Regione vada per conto suo”. Tutta la maggioranza ha seguito lo stesso indirizzo e, per questo, la mozione di Fossano - Comune con amministrazione di Centro-destra - arriverà sul tavolo del presidente Cirio.