Il Comitato scuola torna in piazza a Cuneo

Di fronte alla confusione sulle riaperture aumentano i disagi e le frustrazioni di famiglie e adolescenti

Scuola Presidio Piazza Galimberti Cuneo
Il presidio in piazza Galimberti a Cuneo

Il possibile ritorno della provincia di Cuneo in zona arancione, annunciato e poi rinviato sta avendo pesanti ripercussioni anche sulla scuola. Dapprima il rientro in classe anche per gli studenti di seconda e terza Media e delle Superiori (al 50%) era previsto da lunedì 12 aprile, poi è stato spostato ad oggi, mercoledì. Ieri pomeriggio, la retromarcia, con l’annuncio che la Granda rimane in rosso almeno fino a domenica 18 aprile. Quindi, scuole aperte solo fino alla 1ª media. Un balletto di colori, di annunci e di dietrofront da parte del Governo regionale che aggiunge disagio e fatica a una situazione già pesante.

Di fronte alla confusione sulle riaperture, il comitato Scuole aperte che si è formato nelle ultime settimane anche in provincia ha annunciato, a partire da oggi (mercoledì 14 aprile) un presidio in piazza Galimberti a Cuneo, con studenti collegati in dad direttamente dalla piazza. “Non è possibile che, a più di un mese dall’entrata in zona rossa, con scuole, negozi, bar e ristoranti chiusi, non si sia in grado di analisi a livello comunale, provinciale e regionale, per rispondere alla domanda su dove e come girino i contagi e porre rimedi là dove necessario – si legge in un comunicato stampa del Comitato -. La domanda del perché Cuneo resti in zona rossa e i contagi non calino solleva diverse domande, non ultima se l’aumento dei contagi accertati non sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati sul territorio. I numeri dei bollettini quotidiani non sono in grado di spiegare (e non giustificano più) le chiusure indiscriminate. Vista la capacità di adattamento delle scuole estremamente elastica, ma non senza fatiche e pesanti ricadute su ragazzi e ragazze, insegnanti e famiglie, non sarebbe stato opportuno pensare a riaperture delle scuole, senza ulteriormente mortificare la parte di popolazione già più penalizzata in questo ultimo anno? Per queste ragioni studenti e insegnanti si sono collegati da Piazza Galimberti alle rispettive lezioni: un modo pacifico ma visibile per manifestare un disagio e un senso di abbandono sempre più evidenti e per chiedere ancora una volta che tutta la scuola funzioni in presenza e non dietro gli schermi dei computer”.