La comunità del Salice ha festeggiato i 60 anni della chiesa

Presenti don Carlo Musso e don Mario Dompé, i parroci che hanno preceduto don Damiano Raspo

Salice Tre Parroci

“Oggi festeggiamo la dedicazione della chiesa del Salice, avvenuta 60 anni fa. Essa ci ricorda che siamo ‘pietre vive’ attorno alla Pietra fondamentale che è il Signore Gesù. L’opera dello Spirito Santo è il dono di Dio per noi perché noi ci dedichiamo al prossimo”. Con queste parole, pronunciate da Maria Teresa Cavaglià, presidente del comitato di quartiere, la comunità del Salice di Fossano ha accolto questa mattina (domenica 17 ottobre) sul sagrato della chiesa don Carlo Musso e don Mario Dompè, i parroci che hanno preceduto don Damiano Raspo alla guida della parrocchia (con don Mattia Dutto e don Flavio Luciano). Don Carlo raccolse nel 1967 il testimone da don Lorenzo Berardo (lo aveva portato per ben 60 anni) e che profeticamente decise, alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, la costruzione del nuovo tempio in una zona dove la città stava iniziando ad espandersi. Don Carlo tenne strettamente il testimone tra le mani per 42 anni, accompagnato nel suo servizio pastorale da nove viceparroci (che in queste settimane si alternano a celebrare la messa feriale). Don Mario a sua volta lo ricevette nel 2009 e lo riconsegnò a don Damiano nel 2020. “In questa terra - ha commentato l’attuale parroco all’inizio della messa - sono state poste le fondamenta fino alla roccia salda che è il Signore. Facciamo sì che sia terra feconda, coltiviamola, lavoriamo di zappa per far crescere il seme che è stato piantato”.

In tanti, prima, durante e dopo la messa, hanno risposto all’appello e si sono ritrovati per festeggiare questo importante anniversario, e per stringersi attorno ai pastori di ieri e di oggi. C’erano i bambini della scuola materna, il comitato del Borgo, la cantoria, coloro che a diverso titolo svolgono un servizio nella comunità, i parrocchiani, l’Arrigo Boito (già presente 60 anni fa il giorno della dedicazione del nuovo tempio)... Una festa celebrata in un clima di gioia, affetto e memoria. Provando a guardare oltre la pandemia, a cercare nuove strade, con fiducia e speranza nel futuro.

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