Il Papa agli anziani: “Siate artefici della rivoluzione della tenerezza”

Domenica 24 luglio seconda edizione della Giornata, incentrata sul tema: “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”

Papa e Anziani
(foto SIR/Marco Calvarese)

l 24 luglio si celebra in tutte le diocesi, le parrocchie e le comunità ecclesiali la seconda edizione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani 2022. Il cui tema, indicato da Papa Francesco, è "Nella vecchiaia daranno ancora frutti" (Sal. 92, 15). In questo modo, come suggerisce nel messaggio preparato per l’occasione, il Santo Padre vuole offrire agli anziani un progetto esistenziale: essere "artefici della rivoluzione della tenerezza". In cosa consiste?

La vecchiaia non è un tempo inutile in cui farci da parte tirando i remi in barca - scrive il Papa nel messaggio -, ma una stagione in cui portare ancora frutti: c’è una missione nuova che ci attende e ci invita a rivolgere lo sguardo al futuro. È il nostro contributo alla rivoluzione della tenerezza, una rivoluzione spirituale e disarmata di cui invito voi, cari nonni e anziani, a diventare protagonisti.

Il mondo vive un tempo di dura prova, segnato prima dalla tempesta inaspettata e furiosa della pandemia, poi da una guerra che ferisce la pace e lo sviluppo su scala mondiale. Non è casuale che la guerra sia tornata in Europa nel momento in cui la generazione che l’ha vissuta nel secolo scorso sta scomparendo. E queste grandi crisi rischiano di renderci insensibili al fatto che ci sono altre “epidemie” e altre forme diffuse di violenza che minacciano la famiglia umana e la nostra casa comune.
Di fronte a tutto ciò, abbiamo bisogno di un cambiamento profondo - prosegue Francesco -, di una conversione, che smilitarizzi i cuori, permettendo a ciascuno di riconoscere nell’altro un fratello. E noi, nonni e anziani, abbiamo una grande responsabilità: insegnare alle donne e agli uomini del nostro tempo a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nostri nipoti. Abbiamo affinato la nostra umanità nel prenderci cura del prossimo e oggi possiamo essere maestri di un modo di vivere pacifico e attento ai più deboli. La nostra, forse, potrà essere scambiata per debolezza o remissività, ma saranno i miti, non gli aggressivi e i prevaricatori, a ereditare la terra (cfr Mt 5,5)".

Custodire il mondo

"Uno dei frutti che siamo chiamati a portare è quello di custodire il mondo. «Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio»; ma oggi è il tempo di tenere sulle nostre ginocchia – con l’aiuto concreto o anche solo con la preghiera –, insieme ai nostri, quei tanti nipoti impauriti che non abbiamo ancora conosciuto e che magari fuggono dalla guerra o soffrono per essa. Custodiamo nel nostro cuore – come faceva San Giuseppe, padre tenero e premuroso – i piccoli dell’Ucraina, dell’Afghanistan, del Sud Sudan…
Molti di noi hanno maturato una saggia e umile consapevolezza, di cui il mondo ha tanto bisogno: non ci si salva da soli, la felicità è un pane che si mangia insieme. Testimoniamolo a coloro che si illudono di trovare realizzazione personale e successo nella contrapposizione. Tutti, anche i più deboli, possono farlo: il nostro stesso lasciarci accudire – spesso da persone che provengono da altri Paesi – è un modo per dire che vivere insieme non solo è possibile, ma necessario”.

L’invito a celebrare una liturgia e a visitare gli anziani
Domenica 24, alle ore 10, nella basilica di San Pietro il card. Angelo De Donatis presiederà la celebrazione eucaristica per mandato del Santo Padre. Ma tutte le diocesi del mondo sono invitate a celebrare la Giornata con una liturgia dedicata agli anziani. Due sono, infatti, i modi principali per partecipare alla Giornata, suggeriti dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita: celebrando una messa oppure visitando gli anziani soli. Il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita ha fornito alle diverse diocesi una serie di materiali e suggerimenti pastorali e liturgici, disponibili sul sito web del Dicastero. Tra le raccomandazioni, “quella di visitare o accompagnare gli anziani soli. La Chiesa concede infatti l'indulgenza plenaria per questo atto a coloro che lo compiono nei giorni vicini al 24 luglio”. In questo senso, il Papa afferma nel messaggio della Giornata che visitare gli anziani soli “è un'opera di misericordia del nostro tempo".
Parlando della Giornata, il card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha osservato: “Con la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il Papa ci invita a prendere coscienza della rilevanza degli anziani nella vita delle società e delle nostre comunità e a farlo in maniera non episodica, ma strutturale e la Giornata aiuta a porre le basi di una pastorale ordinaria di questa stagione della vita".
Papa Francesco ha stabilito, nel 2021, che questa Giornata si celebri ogni anno la quarta domenica di luglio, intorno alla festa dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù. Quest’anno, cade appunto il 24 luglio. Lo stesso giorno, il Papa inizia un viaggio apostolico in Canada, durante il quale è prevista una visita al santuario di Sant'Anna e un incontro con giovani e anziani in una scuola elementare di Iqaluit. La cura degli anziani e il loro dialogo con le nuove generazioni è una preoccupazione costante del Santo Padre, che ha dedicato buona parte delle udienze del mercoledì di quest'anno a una catechesi sulla vecchiaia.

Inoltre, l'intenzione di preghiera che Francesco affida a tutta la Chiesa attraverso la Rete mondiale di preghiera del Papa per questo mese di luglio è proprio per gli anziani. Anche la preghiera è un modo per (ri)scoprire quanto il Papa scrive all’inizio del messaggio: “Una lunga vita - così insegna la Scrittura - è una benedizione, e i vecchi non sono reietti dai quali prendere le distanze, bensì segni viventi della benevolenza di Dio che elargisce la vita in abbondanza. Benedetta la casa che custodisce un anziano! Benedetta la famiglia che onora i suoi nonni!”.