Flauto e pianoforte a Palazzo Burgos

Domenica 30 aprile alle ore 17 nella Sala Grande concerto di Marilù Arnaboldi e Giorgio Secchi

Arnaboldi E Secchi
Giorgio Secchi e Marilù Arnaboldi

Ritornano le domeniche musicali organizzate dalla Fondazione Fossano Musica. A esibirsi, domenica 30 aprile alle ore 17 nella sala grande di Palazzo Burgos saranno i docenti della FFm Marilù Arnaboldi al pianoforte e Giorgio Secchi al flauto che porteranno in scena “Musica e natura”, recital per flauto e pianoforte.

Il repertorio prevede “Cinque pezzi facili per flauto e pianoforte” di Nino Rota (La passeggiata di Puccettino; Serenata; Pavana; La chioccia e Il soldatino); “Sei pezzi per flauto e pianoforte” di Fikret Amirov (Song of the Ashug; Lullaby; Dance; In the Azerbaijan Mountains; At the Spring e Nocturne); “Nocturne et Allegro scherzando” di Philippe Gaubert; Sonata “Undine” per flauto e pianoforte op. 167 di Carl Reinecke (Allegro; Intermezzo – Allegretto vivace; Andante tranquillo; Finale – Allegro molto agitato ed appassionato, quasi Presto).

Molti compositori, nel corso dei secoli, hanno cercato di descrivere la natura e il rapporto dell’uomo con essa attraverso la tavolozza di colori di cui dispongono: i suoni. Da Antonio Vivaldi con “Le quattro stagioni”, a Ludwig van Beethoven con la sua “Sinfonia Pastorale” - per citare due soli tra gli esempi più conosciuti - quella della musica non è certamente una descrizione scientifica. Meglio: è un racconto fatto di emozioni, colori, impressioni. Vi presentiamo in questo programma alcuni dei molti brani tratti dal repertorio per flauto e pianoforte che hanno origine, in qualche modo, dall’osservazione della natura e dal tentativo dell’uomo di riprodurla in musica.

Il concerto si apre con i “Cinque pezzi facili” di Nino Rota, del 1972: si tratta di piccoli quadretti brillanti dalle sonorità molto semplici e genuine, che rimandano alla letteratura per l’infanzia. Il primo brano è “La Passeggiata di Puccettino”, personaggio di una celebra favola di Charles Perrault, conosciuto anche come Pollicino, che si allontana da casa e si inoltra con i fratelli nel bosco. L’andamento “passeggiante” dei due strumenti mima il passo veloce e leggero del minuscolo fanciullo. La “Serenata” è un dialogo divertente tra gli arpeggi veloci e gli accordi ribattuti del pianoforte, e la limpida cantabilità del flauto. La “Pavana”, danza aristocratica molto antica, è una sorta di passeggiata cerimoniale, dal carattere solenne e austero. Con il quarto brano Rota mette in campo tutti gli effetti possibili (acciaccature, note corte e ribattute, l’uso del “frullato”nel flauto) per imitare e descrivere con onomatopee “La chioccia”. L’ultimo brano, “Il soldatino”, evoca nuovamente situazioni di fiaba o di gioco; le movenze squadrate e meccaniche e il passo di marcia suggerito dalla musica fanno pensare a un soldatino giocattolo.

Si prosegue poi con i “Sei pezzi per flauto e pianoforte” di Fikret Amirov: si tratta di sei episodi in cui l’autore descrive un viaggio attraverso i paesaggi dell’Azerbaigian, con sonorità che ci rimandano inevitabilmente all’atmosfera esotica di quei paesi. Amirov, musicista originario di Ganja, nel suo percorso compositivo svolge un lavoro di documentazione sulla musica popolare di tradizione, per poi inserire nelle sue composizioni molti degli elementi folkloristici e delle melodie popolari azere che fanno uso di strumenti caratteristici e che portano l’ascoltatore ad assaporare l’essenza di quei luoghi. È considerato il creatore di un nuovo genere musicale chiamato “mugam sinfonico”, basato su brani folkloristici classici, eseguiti da molte famose orchestre sinfoniche di tutto il mondo, come la Houston Symphony Orchestra diretta da Leopold Stokowski. I brani che ascolterete, per flauto e pianoforte, raccontano di storie, paesaggi e situazioni di quelle lontane terre: “Canzone degli Ashuge” (in lingua armena, sono i cantanti – poeti che accompagnano le loro canzoni), “Ninna Nanna”, “Danza”, “Nelle montagne dell’Azerbaigian”, “In primavera” e “Notturno”.

La seconda parte del programma prevede il “Notturno e allegro scherzando” di Philippe Gaubert, flautista e compositore francese che influenzò fortemente il mondo del flauto. Il brano, pubblicato nel 1906, fu utilizzato come Morceau de Concours per il Conservatorio di Parigi. Il primo movimento, con una melodia tranquilla e dolce nel registro grave del flauto e l’affascinante armonia del pianoforte, descrive - secondo i canoni della musica impressionista di inizio ‘900 - l’atmosfera magica e misteriosa della notte. Il secondo movimento presenta un carattere ritmico e animato di grande virtuosità, inframmezzato da alcuni brevi episodi lirici che richiamano il tema del primo movimento, per giungere ad un finale veloce e dal carattere brillante.

Conclude il concerto la Sonata “Undine” di Carl Reinecke (del 1882), dove musica, natura e mitologia si fondono in una chiave di lettura romantica. La sonata si basa sulla fiaba “Undine” di Friedrich de la Motte Fouqué, un racconto romantico del 1811 che narra la tragica storia di un'ondina, spirito acquatico del folclore germanico. Undine, figlia del Re del Mare, abbandona il suo ambiente per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un'anima immortale. Ritrovatasi bambina sulla terra, viene allevata da un pescatore e da sua moglie. Cresciuta, trova l'amore nel cavaliere Hulbrand, che presto sposa. Hulbrand, anche dopo essere venuto a conoscenza della vera natura di Undine, le giura amore eterno. Lo zio di Undine, Kuhleborn, la mette però in guardia contro il suo amore umano: se mai subirà un torto da Hulbrand, lei dovrà tornare al mare per sempre e lui dovrà morire. La loro vita insieme sarebbe felice, ma la ex fidanzata di Hulbrand interviene a guastare l'idillio; Hulbrand torna così al vecchio amore tradendo la fiducia di Undine. Questo segna il destino di entrambi: gli spiriti dell'acqua esigono la loro vendetta e dovrà essere proprio Undine a uccidere Hulbrand con un bacio mortale.

Il primo movimento, fortemente influenzato da un ritmo ternario e da una melodia dolce e fluida, rimanda al mondo sottomarino in cui vive Undine; il secondo movimento, dal carattere brillante, richiama immediatamente il carattere dispettoso e vivace degli spiriti acquatici e rappresenta l’infanzia di Undine sulla terra. Il terzo movimento è il tema dell'amore con Hulbrand, con un intermezzo agitato che rappresenta la minaccia di Kuhleborn. Il finale drammatico e agitato del quarto tempo vede il tradimento di Hulbrand, la rabbia e la vendetta degli spiriti e, infine, il dolore di Undine che deve ritornare nel mare.

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