La storia di Lorenzo che salvò Primo Levi arriva in Spagna

Presentazione libro Lorenzo Perrone
Foto Guido Fissolo

Una storia piccola e al contempo grande, è quella che ha raccontato lo storico torinese Carlo Greppi in “Un uomo di poche parole -  Storia di Lorenzo che salvò Primo”. Partendo dalla celebre frase scritta da Primo Levi in Se questo è un uomo “credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi”, Greppi ha condotto una ricerca accurata dando al fossanese Lorenzo Perrone il posto che merita nella storia, quella dell’uomo capace di rinunce e di correre dei rischi per salvare un altro essere umano, uno, almeno all’inizio, sconosciuto.

È una storia piccola se pensata nel quadro dell’enorme brutalità dell’Olocausto, ma di grande umanità e il libro di Greppi ha presto scalato le classifiche delle vendite sul nostro territorio.

Ora il volume è stato tradotto in spagnolo con il titolo “El hombre que salvò a Primo Levi” a cura della casa editrice spagnola Critica e il 6 settembre è uscito in tutte le librerie iberiche e negli store online. Il libro, edito in Italia da Laterza per la collana Robinson, nel nostro Paese ha scalato le classifiche di vendita. Uscito il 3 marzo scorso e presentato in anteprima proprio nella città degli Acaja, Un uomo di poche parole ha venduto oltre 15mila copie finora e tra pochi giorni sarà ristampato nella sua settima edizione. Ci auguriamo che anche in Spagna la storia di Lorenzo che salvò Primo possa ottenere lo stesso risultato. In previsione c’è inoltre la traduzione in francese, olandese e russo.

“A sei mesi dalla pubblicazione mi emoziona particolarmente il fatto che la prima traduzione del libro, quella in spagnolo, esca a ridosso dell’anniversario del compleanno di Lorenzo, nato l’11 settembre del 1904 - ci spiega Carlo Greppi -. Lo ricorderò la settimana prossima a Madrid. Sarebbe stato importante, in questa occasione, che anche la sua Fossano si fosse ricordata di lui intitolandogli una via, o una piazza, o celebrandolo pubblicamente come si sta facendo ora sulle pagine della Fedeltà. Mi auguro che entro il Giorno della Memoria almeno la targa sulla sua casa natale di via Michelini venga finalmente apposta, come era stato annunciato dall’assessore Tolardo all’anteprima del libro a marzo. Aspettiamo con ansia questo momento”.

Sicuramente il libro di Greppi ha contribuito a restituire alla storia la figura di un uomo al contempo coraggioso e fragile e lo dimostra, come racconta lo stesso Greppi, il fatto che “diversi lettori e diverse lettrici in questi mesi mi hanno detto di essere venuti in pellegrinaggio laico a Fossano, per vedere il Borgo Vecchio e i luoghi in cui il meraviglioso Lorenzo è nato e tornato. Penso che sia un effetto collaterale bellissimo, e mi auguro che accadrà lo stesso anche con la comunità di lettori non italiani”.