Carne certificata al ristorante: una proposta per tutelare la Piemontese

parlamentari piemontesi all'incontro sui bovini di razza piemontese

Un disegno di legge per rendere obbligatoria la segnalazione, da parte dei ristoranti, del luogo di provenienza delle carni bovine servite a tavola o impiegate nella preparazione di cibi. 

La proposta, avanzata da Coldiretti, Anaborapi (Associazione nazione bovini razza Piemontese) e Coalvi (Consorzio tutela Razza Piemontese), è stata presentata stamattina, venerdì 20 ottobre, ai parlamentari del Piemonte, nella Casa della Piemontese di Carrù, dove hanno sede Anaborapi e Coavi. 

L'incontro alla Casa della Piemontese

L’obiettivo è di assicurare una maggior trasparenza ai consumatori, tutelando in particolare le razze autoctone, spesso utilizzate, nella ristorazione, come richiamo, ma in realtà sostituite a tavola da carne importata o comunque di minore qualità. “Oltre il 50% dei pasti oggi viene consumato nelle mense o nei ristoranti - hanno detto questa mattina gli organizzatori dell’incontro -; la tracciabilità delle carni bovine - che finora è limitata alle carni messe in vendita nelle macellerie o nella Grande distribuzione  - deve quindi necessariamente coinvolgere il canale della ristorazione, a maggior tutela delle produzioni italiane, troppo spesso utilizzate come specchietto per le allodole, senza alcuna garanzia o certificazione”.

La Francia fin dal 2002 obbliga la ristorazione a certificare le carni bovine portate in tavola. Coldiretti, Anaborapi e Coalvi chiedono che si preveda analogo obbligo anche in italia. 

“Avere l’etichettatura d’origine obbligatoria nella ristorazione significa far compiere al consumatore una scelta consapevole, garantire tracciabilità alla carne servita nei ristoranti e nelle mense e valorizzare una carne che vanta eccelse proprietà organolettiche ed è tra le razze storiche più famose ma è poco riconosciuta oltre i confini del Piemonte” - ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada.

Guido Groppo, presidente del Coalvi, ha aggiunto: “Ad oggi non vi è alcuna normativa in Italia che preveda l’obbligo di fornire le informazioni sull’origine della carne bovina consumata presso la ristorazione collettiva o privata. Tutto ciò a fronte di una crescente attenzione del cliente all’origine dei prodotti consumati. L’etichettatura delle carni nelle macellerie è stata uno strumento fortemente innovativo e trasparente ha fornito al consumatore, al momento dell’acquisto, le giuste informazioni per una scelta consapevole”.

Andrea Rabino, presidente di Anaborapi, ha affermato: “I recenti aumenti dei costi di produzione stanno veramente mettendo in crisi le nostre aziende di allevamento della Piemontese: agli accresciuti costi non ha fatto riscontro un adeguato aumento dei prezzi degli animali da ristallo e di quelli da macello. Nel 2022 abbiamo registrato un calo di circa 4.000 fattrici, cioè il 3,8% del totale; sarebbe grave se questo trend dovesse proseguire. Sono sicuro che un’iniziativa per certificare il prodotto fino alla ristorazione permetterebbe un rilancio della nostra produzione ed in particolare permetterebbe di valorizzare la nostra carne anche in quelle zone d’Italia dove è ancora poco conosciuta”.

I parlamentari presenti, provenienti da tutto il Piemonte, hanno si sono detti interessati alla proposta ma hanno messo le mani avanti: “Non aspettatevi che domani presentiamo la proposta di legge - ha detto il senatore Giorgio Bergesio -; dobbiamo verificare il percorso più efficace perché non ci siano complicazioni. Io proporrei un incontro di tutti i parlamentari con il ministro all’Agricoltura per verificare l’iter più utile”. Altri parlamentari hanno proposto di coinvolgere anche il ministro del Made in Italy. 

Il servizio completo su La Fedeltà di mercoledì 25 ottobre