Crisi della Piemontese, il grido di allarme degli allevatori

michele colombero con la mandria di ritorno dall'alpeggio

Continuano a lavorare secondo tradizione per ottenere carne di alta qualità. Ma negli anni i costi delle materie prime sono aumentati a dismisura e il prezzo degli animali è rimasto sempre uguale. Risultato: oggi sono costretti a lavorare in perdita. Gli allevatori della Piemontese lanciano l’allarme: “ Tutto questo potrebbe non esserci più”. I segnali sono chiari: nel 2022 la Granda ha perso 4 mila fattrici. Ciò significa che hanno chiuso numerose piccole aziende che non riuscivano a reggere la pressione. Le difficoltà arrivano anche dalla concorrenza dei grandi allevamenti,nati per incassare i contributi della Pac: se non cambia la normativa comunitaria, il comparto rischia gravi ripercussioni sulla qualità e l’immagine del prodotto.

A sollevare la questione, nei giorni scorsi, è stato un giovane margaro della Val Maira, originario di Genola, Michele Colombero (foto) che, con una lettera aperta, ha lamentato il silenzio su questa emergenza e ha chiesto che si ragioni tutti insieme per prendere decisioni utili a uscire dalla crisi.

La Fedeltà ha sentito diversi operatori del settore. Servizi su La Fedeltà del 20 settembre.