Granda in Rivolta: distopia e altri mondi con Nicola Brizio

Appuntamento con Brizio e Simone Giraudi questa sera, lunedì 6 novembre, al Vitriol di via Ancina 7 a Fossano

Brizio E Giraudi

Si avvicina il terzo appuntamento con Granda in Rivolta, la rassegna di poesia e letteratura organizzata al Vitriol di via Ancina 7 grazie alla direzione artistica di Elisa Audino, Romano Vola e Maurizio “Regio” Regis. Questa sera, lunedì 6 novembre alle 21,15 sarà la volta di Nicola Brizio intervistato per l’occasione dal giornalista e scrittore Simone Giraudi.

Abbiamo intervistato Nicola Brizio braidese nato ad Alba nel 1993. Dopo gli studi abbandona l’Italia, nel 2013, e trascorre due anni in Germania vivendo tra Hannover, Dortmund e Berlino dove svolge i lavori più disparati. Proprio in Germania inizia a coltivare la sua smisurata passione per la lettura, la scrittura e il cinema. Tornato in Italia riesce a farsi conoscere a livello locale grazie ad alcuni racconti e cura le sceneggiature dei cortometraggi Moonlight Hotel, Night at 12042, Sbocceranno i fiori a febbraio e Grandi dialoghi e pensieri sulla questione del lavoro realizzati dal collettivo Utopia Underground Film del quale è tutt’ora un membro attivo. Dal 2016 al 2019 si occupa di recensioni letterarie per il settimanale “Il Braidese”. È speaker radiofonico per la web-radio BraOnTheRocks dove conduce settimanalmente il suo programma Radical Nik, approfondimento sul mondo della letteratura e l’editoria indipendenti. Ha pubblicato tre romanzi di narrativa e una raccolta di racconti: Fame plastica (Funambolo edizioni, 2017), L’ossessione della forma (ed. Leucotea, 2019), Michele antagonista (ed. Leucotea, 2021) e Interurbane notturne (ed. Leucotea, 2023).

Dopo tre romanzi sei passato a scrivere racconti, considerati a torto un po’ una Cenerentola della letteratura. Come mai questa decisione?
Credo che nel percorso di uno scrittore ci debba essere il passaggio attraverso il racconto. Se in un romanzo si deve decidere cosa mettere, nel racconto accade l’inverso, occorre stabilire cosa non scrivere e, almeno per me è stato molto difficile, ma l’ho ritenuto un passo necessario. Non è un caso se il romanzo è dedicato, tra gli altri a Hemingway e a Roberto Bolaño, due grandi scrittori di romanzi che nella loro carriera si sono cimentati nella scrittura di racconti. In me c’è sempre il pensiero della morte e della fine, non so quando sarà e non volevo che nella mia carriera mancasse una raccolta di racconti. Il prossimo libro sarà di nuovo un romanzo. Non so ancora come e quando uscirà, ma sarà sicuramente un romanzo.

Sei un cittadino del mondo, hai vissuto in grandi città straniere e sei tornato in provincia, in questa Granda in Rivolta. Cosa ti ha riportato qui e cosa hai ritrovato?
Sono andato all’estero giovanissimo e sono tornato dopo alcuni problemi di salute: ero giovane e inesperto, lavoravo tantissimo e conducevo uno stile di vita poco sano. Mi sono reso conto che non sarebbe stato sano continuare a vivere lontano, ma tornare non è stato difficile: sono andato via da luoghi che amavo e che ho ritrovato al mio ritorno. Il fatto che i miei personaggi siano spesso impietosi con la provincia non è necessariamente il mio punto di vista, ma è funzionale alla narrazione.

Ti si ritrova “catalogato” come scrittore di fantascienza, ma in realtà nelle tue parole c’è una lettura graffiante del nostro mondo attraverso una narrazione distopica. Senza voler cercare a ogni costo un’etichetta cosa scrive Nicola Brizio?
Forse il concetto di distopia mi appartiene di più di quello di scrittore di fantascienza. Quello che scrivo non è assolutamente assimilabile a un Philip Dick, per fare un esempio. Sondo il buio del mondo attraverso delle ambientazioni futuribili.

Cosa leggi?
Leggo tantissimo e di tutto e mi preparo molto. In questo momento sto leggendo 2666 di Roberto Bolaño che mi farà compagnia a lungo perché è un tomo decisamente spesso. In generale leggo moltissima letteratura, specialmente americana, per sapere cosa ci accadrà tra i canonici 15 anni, e tanta saggistica che mi dà elementi per la scrittura. Mi immergo nello studio di ciò che è più cupo sperando che la testa possa essere più leggera delle spalle.