“Paola antesignana dei santi sociali”

Intervista a Maria Grazia, che cura il "dietro le quinte" dell'evento dedicato alla "Signora di Bene"

Nel 2021 niente Fiera della beata Paola

Insegnante di scuola primaria, impegnata in Parrocchia, Maria Grazia Bertola si dedica con passione alle iniziative che di anno in anno vengono organizzate per Paola Gambara, patrona di Bene Vagienna. La incontriamo mentre si svolge l’edizione 2024 della fiera.

Ogni anno, fra i molti eventi organizzati in ricordo della contessa, c’è la rievocazione storica, a cui partecipa un pubblico molto numeroso. Perché, secondo lei, questo successo si ripete?
Il primo corteo storico a Bene risale al 1986, nel cinquecentenario della venuta a Bene di Paola Gambara; si è ripetuto nel ’90 e nel ’92. Dal 2006 sono iniziate le rievocazioni nel suggestivo fossato del castello. Nei miei testi per la manifestazione, che  vengono rinnovati ogni tre anni, i personaggi che hanno convissuto con la signora di Bene ne raccontano le vicende secondo il loro punto di vista. Gli interpreti  variano ciclicamente  e sono coinvolti nella rappresentazione gruppi di figuranti, musici e sbandieratori provenienti da Fossano, Alba e Moncalieri. Gli spettatori vengono catturati dall’atmosfera intensa che si crea, sentono con quanta serietà i figuranti si calano nella loro parte e credo riescano a cogliere il valore della figura di Paola; per i benesi la rievocazione è un momento di incontro tra comunità religiosa e civile, un’occasione di coesione sentita che ruota intorno alla nostra patrona.

In un’epoca così diversa da quella in cui visse Paola, la sua figura è ancora attuale? Lo è per credenti e non credenti?
La figura di Paola Gambara è molto presente nel cuore dei benesi e delle giovani generazioni, in quanto è un’antesignana di quei santi “sociali” piemontesi. Oggi come nella sua epoca, lei incarna i valori del Vangelo ed appartiene a quella fitta schiera di persone che apparentemente la storia sconfigge, ma che la Fede incrollabile e la speranza portano ad essere infine vittoriosi. Un’epoca come la nostra necessita di persone capaci di venire incontro ai bisogni dell’uomo. Paola, come donna coraggiosa e forte, con alle spalle un matrimonio difficile ed una grande dedizione al sociale, dà a tutti una lezione di vita attuale. Oggi sarebbe in prima fila per aiutare chi ha perso il lavoro, gli anziani soli, le donne vittima di violenze, i profughi e gli emigrati.

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Lei è un’insegnante. Le capita di parlare ai suoi allievi di Paola? Qual è la loro reazione?
Insegnanti, catechisti, sacerdoti e le famiglie stesse si impegnano a tenere viva nei piccoli la memoria di ciò che Paola è stata per Bene: i bambini sono attratti e affascinati dai racconti sulla vita della contessa e dalle tradizioni che in paese sono strettamente collegate alla sua figura. Gli adolescenti ne apprezzano soprattutto la capacità di aver vissuto controcorrente con lucidità e coraggio, avendo sempre attenzione verso gli ultimi.

Nel 2009 ha pubblicato un libro su Paola, un romanzo storico in cui una giovane popolana viene “assunta” al castello dove lavora al fianco della futura patrona. Se potessimo conoscere Paola, ci apparirebbe come lei l’ha descritta nel libro?
Il mio libro, edito nel 2009 e ristampato nel 2015 in occasione del cinquecentenario della morte della beata Paola, è nato dall’intenzione di onorare Paola Gambara come donna, madre e nobile capace di scelte ardite e contrarie ai costumi del tempo. Sulla traccia della biografia di padre Roberto Bollano da Cervasca, scritta nel 1765, ho raccontato con semplicità Paola - figura umile, perseverante, caritatevole, in grado di scelte coraggiose, madre affettuosa, moglie che sopporta dolori, ma è capace di perdono. Affiancarla ad una giovane del popolo, Caterina, che ne diventa dama e amica, mi è sembrato il modo più giusto per evidenziare la vicinanza di Paola alla gente comune e ai veri valori della vita.