Centallo, Fondazione San Camillo a piccoli passi verso l’estinzione del debito

Actis e Delfino confermati presidente e vice. La “mission” è tenere i bilanci in equilibrio

Centallo San Camillo

È nel segno della piena continuità il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione San Camillo, che gestisce a Centallo la Casa di riposo omonima. Nella prima riunione di giovedì 22 febbraio, infatti, sono stati riconfermati sia il presidente, Bruno Actis, che il vice, Valter Delfino. I loro incarichi avranno durata di cinque anni come quelli dei tre consiglieri che completano il Cda: il parroco don Andrea Ciartano, Bartolo Marengo e Daniela Allione. “Il nostro compito - affermano presidente e vice, che abbiamo incontrato nella direzione della Casa di riposo - sarà quello che abbiamo assolto in questi ultimi cinque anni: andare avanti con i bilanci in equilibrio mentre si rientra, a piccoli passi, dei vecchi debiti che ci sono stati lasciati in eredità”.

Per smaltire il vecchio debito (di 430 mila euro, ndr), il San Camillo ha contratto nel 2017 un mutuo di durata ventennale (scadrà nel 2037). Per tenere in ordine i conti annuali, la priorità è tenere occupati tutti e 60 i posti letto a disposizione. È ciò che sta avvenendo ormai con una certa regolarità dalla stagione post-Covid, con tanto di liste d’attesa e richieste in arrivo anche da fuori Centallo. Il bilancio 2023 ne è la controprova: non è ancora approvato (lo sarà a breve), ma il presidente Actis anticipa che “dovrebbe chiudersi con un piccolo attivo”, nonostante il peso degli interessi sul mutuo, anche grazie ad un contributo della Fondazione Crf, “che ringraziamo per il sostegno annuale”. È una buona notizia, a fronte di quelle che trapelano da altre Case di riposo, e che consente di non intervenire sulle rette con nuovi aumenti che - assicura Actis - “non sono all’ordine del giorno”.

Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 28 febbraio