Caritas: “Essere vicini con risposte adeguate ai poveri di oggi”

Le “tappe” dell’associazione fossanese nell’anno della pandemia

Caritas Fossano Metropolitana 20 01

A gennaio, tempo di bilanci e apertura al nuovo. Un mese in cui attingere al bello e farne tesoro risulta vitale. Mai come oggi ci sentiamo paralizzati, incerti, costantemente legati ai cambiamenti imposti dall’emergenza sanitaria. Nonostante le difficoltà di adattamento, nel corso del 2020 le “fermate” della Caritas fossanese hanno continuato a scandire le corse della sua rete di servizi, accompagnando l’inizio e la fine di nuovi progetti, tutti caratterizzati da un sentimento di vocazione fondamentale: rispondere alle emergenze di povertà promuovendo una sensibilità collettiva. Abbiamo deciso di ripercorrere le tappe principali di questo cantiere, svelandovi in anteprima quelle in costruzione e regalandovi un viaggio che ha il sapore di speranza, coesione, partecipazione e responsabilità.

Una metropolitana di servizi
All’interno della brochure “La carità che si fa vicina e premurosa” (scaricabile gratuitamente sul sito della diocesi), il direttore di Caritas Fossano Stefano Mana spiega che le attività caritatevoli sono legate da un “comune obiettivo: essere vicini con delle risposte adeguate alle numerose richieste dei poveri di oggi”. Si legge nel testo: “Ogni stazione della metropolitana corrisponde ad uno specifico servizio che la Caritas offre. Sono servizi che presuppongono attenzioni e responsabilità condivise delle nostre comunità”. Nella mappa (vedi foto), ideata dallo stesso Mana, la linea A ripercorre il ruolo dei due cardini dell’agire Caritas: il Centro di ascolto, che si occupa di incontrare le persone intessendo con esse delle relazioni di ascolto, aiuto e accompagnamento finalizzate al raggiungimento dell’autonomia, e i volontari, i cui atti di dedizione esprimono solidarietà, condivisione e vicinanza. Le tratte B e C sono quelle del sostegno al reddito e del diritto all’abitare, mentre la linea D si focalizza sull’intercultura, la scuola e la formazione. Infine, le linee E ed F mirano alla vicinanza e al riscatto dei detenuti. Un intreccio di itinerari che fotografano l’articolarsi di una struttura stabile e fissa, al di sopra della quale è possibile costruire progetti per la comunità.

La conclusione di tre progetti
“Laboratorio comunità e cultura” è il vero nome del progetto conosciuto da molti come “The Next” (il prossimo). Frutto di due anni di lavoro con i giovani dell’Azione cattolica, ha mosso i primi passi il 10 novembre 2018, data del concerto-testimonianza del gruppo rock “The Sun”. Un’occasione “leggera” per stimolare i giovani a riflettere su un tema serio e attuale: la povertà. Una riflessione proseguita grazie ad una serie di laboratori condotti da alcuni professori del liceo “Ancina”, dell’Istituto superiore “Vallauri” e del Cnos-Fap Salesiani, e che ha visto il coinvolgimento dell’impresa sociale Culturadalbasso, organizzatrice di speciali visite presso i “cantieri”, luoghi in cui bisogni e necessità trovano le mani tese della Caritas. 
Nel suo secondo anno di vita, nonostante il disorientamento dovuto al Covid, il progetto ha spostato lo sguardo dall’esterno all’interno, facendo sperimentare ai ragazzi il passaggio dalle povertà materiali a quelle personali, che in quanto umani ci chiamano in causa tutti. 
Un lavoro che ha dato i suoi frutti. La Caritas ha infatti rilevato come il “grande vuoto”, che nel tempo si era creato per l’assenza forzata dei giovani, si sia gradualmente colmato. Prova ne è stata l’iniziativa del “Pranzo sospeso di Natale”, che ha visto, nonostante il tempo inclemente, la grande partecipazione di giovani e giovanissimi, presenti alla consegna di 320 pasti a famiglie bisognose.

Parallelamente, il progetto “Afterschool” (doposcuola), focalizzato sulla prevenzione all’abbandono scolastico e l’isolamento degli studenti, ha saputo adattarsi alla situazione della crisi sanitaria con creatività, disponibilità ed entusiasmo. Tutto questo senza interrompere la partecipazione dei 50 ragazzi iscritti all’inizio del difficile anno scolastico 2019/2020 e portando a risultati soddisfacenti da parte degli operatori, degli alunni e del personale didattico.
“Insieme andrà tutto bene”, infine, ha preso forma in risposta ad alcune emergenze sorte con le misure di contrasto alla pandemia. Esso ha rivolto la propria attenzione verso due fasce della popolazione: gli anziani rimasti soli, che sono stati dotati di telefonini e per i quali è stato attivato un servizio di consegna della spesa solidale presso l’Emporio alimentare Caritas, e le famiglie dei giovani studenti, non attrezzate a far fronte ad una nuova forma di didattica a distanza.

Nuove progettualità
Un bilancio sicuramente positivo, che pone le condizioni per continuare ad aprire nuove strade. Prospettive indirizzate non solo verso i bisogni primari, ma capaci di promuovere, ogni giorno di più, la dignità dell’uomo. Lavoro, salute, reddito e casa sono solo alcuni dei diritti di cui ogni essere umano ha bisogno per essere definito tale. Saranno proprio questi tre concetti a ispirare, nel 2021, le linee d’azione della Caritas diocesana fossanese. A tal proposito va ricordato il già citato progetto “Apri”, avviato nel gennaio 2021 e tutt’ora in divenire. Un’iniziativa a cui la nostra Caritas ha aderito e che prevede, oltre all’accompagnamento di famiglie e giovani stranieri da parte di nuclei familiari fossanesi, la realizzazione di momenti di dialogo rivolti all’intera comunità, per una diffusa sensibilizzazione sul tema dell’abitare. 
Una serie di azioni mosse dalla consapevolezza che per garantire dignità ad ultimi ed esclusi serva prima lavorare alla creazione di società generative, all’interno delle quali autorealizzazione e pienezza del vivere siano accessibili a tutti.

Elisabetta Miraglio