Aveva 62 anni, Matteo Gallo, e il volto giovane di un eterno ragazzo. È mancato nella tarda serata di mercoledì, dieci mesi dopo essere stato colpito da un brutto male. Fabbro presso il Comune di Fossano, in pensione da due anni, sposato da 40 con Maria Teresa, anche lei impiegata in Comune, padre di Emanuele e Milena, era diventato nonno da venti mesi della piccola Lodovica. Viveva al Gerbo ed era una colonna della comunità frazionale. Già capo-cantone negli anni ‘90, fu tra i fondatori, nel ’98, della Pro loco (dove da un anno è subentrato il figlio) e anima di tante iniziative che hanno tenuto viva e unita la frazione. Era stato anche uno dei pionieri del borgo Romanisio, di cui ha ricoperto la carica di consigliere fino a pochi anni fa.
Matteo aveva appreso il mestiere di fabbro con il suo apprendistato all’officina Olivero, al Gerbo. Successivamente aveva lavorato alla Biesse, quindi come ambulante di ferramenta con la moglie Maria Teresa, prima di entrare a far parte della squadra operai del Comune di Fossano nel 2001. Per conto del Comune, aveva contribuito materialmente a realizzare la scultura - opera dell’artista Giovanni Gagino - tuttora installata nell’area verde di fianco alla chiesa del Salice vecchio.
Appassionato di sport, promettente calciatore in gioventù, da una ventina d’anni si dedicava alla bicicletta, passione condivisa con Dario Giordano, l’attuale capo-cantone di Gerbo, coetaneo della leva ‘61 e amico di sempre. “Matteo era di poche parole, non gli piaceva mettersi in mostra - racconta -, ma tutti gli volevano bene perché era un bravissimo ragazzo. Per la comunità del Gerbo ha fatto tante cose. Durante il suo mandato da capocantone seguì i lavori per l’allacciamento dell’acquedotto. E c’era lui tra gli ideatori del campo sportivo, che venne realizzato nel «giardino del prete» e dedicato a tre ragazzi della frazione mancati prematuramente: Franco Pinta, Luigino Panero e Giovanni Battista Rivoira”.
I funerali di Matteo Gallo avranno luogo venerdì 8 settembre alle 10 nella chiesa parrocchiale del Gerbo. Ne piangono la scomparsa anche la nuora Cristina, il genero Roberto, la suocera Lucia, le sorelle Margherita e Marcella.
