“Cascarci” è molto più facile di quanto possa sembrare: perché i truffatori sono abili, sia quando si presentano a casa della vittima, sia quando colpiscono all’esterno, in strada simulando un incidente o allo sportello del bancomat. È necessario essere preparati. Per questo, lo scorso 1° dicembre i Carabinieri di Fossano hanno organizzato un incontro su truffe e furti a danno degli anziani: al pubblico, molto numeroso, hanno illustrato le tecniche usate dai malintenzionati il capitano Alessandro Cantarella, comandante della Compagnia, e il luogotenente Giuseppe Marcigliano, comandante della Stazione locale.
Come ottengono fiducia e soldi
Le truffe, come accennavamo, vengono compiute sia a casa della vittima, ovviamente dopo che il malintenzionato è riuscito a intrufolarsi, sia in spazi pubblici, dalle strade agli sportelli dei bancomat. E, ancora, bisogna citare i social media e WhatsApp.
Al di là del “luogo”, il truffatore è riconoscibile da alcuni atteggiamenti che assume. Uno dei primi approcci con la vittima è il tentativo di conquistare la sua fiducia: molto spesso, il malintenzionato cerca di raggiungere questo obiettivo presentandosi come un conoscente ed esibendo così una familiarità che in realtà non può esistere. Altra tecnica a cui il truffatore si affida è quella di creare ansia, preoccupazione nella vittima, che tende così a perdere lucidità. E, soprattutto, il comportamento che deve immediatamente far sentire puzza di bruciato è la richiesta, da parte del truffatore alla vittima, di esibire denaro e oggetti preziosi.
Se si vuole entrare nel dettaglio, sono numerosissimi le “scene” in cui si inseriscono queste tecniche. Il truffatore si presenta a casa della vittima come appartenente alle Forze dell’ordine, come addetto di qualche ente pubblico (Comune o Poste) o di qualche banca o, ancora, come tecnico. Spesso parla alla vittima di situazioni preoccupanti in cui quest’ultima sarebbe coinvolta: una fuga di gas, la contaminazione dell’acqua pubblica, dei pagamenti mancanti o perfino seri guai in cui si troverebbe un familiare.
Al di fuori della mura di casa, è nota - ma, purtroppo, tuttora efficace - la truffa dello specchietto retrovisore, o comunque tutti quei raggiri in cui un malintenzionato finge che sia avvenuto un incidente. La vittima avverte una “botta” alla sua auto, che è in realtà un rumore creato ad hoc dal truffatore, e si ferma, per capire che cosa sia successo. Il malintenzionato finge di aver subito un danno appunto allo specchietto della propria auto e chiede di essere risarcito con alcune centinaia di euro senza coinvolgere l’agenzia assicurativa; oppure, approfitta della distrazione della sua vittima per rubarle la borsa, magari lasciata sul sedile dell’auto.
Di recente, non lontano da Fossano, sono inoltre emersi dei casi in cui il truffatore fingeva di voler aiutare un anziano allo sportello del bancomat: il “vero” obiettivo, ovviamente, è quello di rubargli il denaro.
Le regole d’oro e qualche consiglio
Le Forze dell’ordine propongono un vademecum anti-truffa che si articola in sette consigli: non aprire la porta agli sconosciuti, anche quando dicono di lavorare per servizi di pubblica utilità; non mandare i bambini ad aprire; controllare dallo spioncino o affacciandosi alla finestra prima di aprire; ricordare che le Forze dell’ordine, quando si presentano a casa di qualcuno, non solo indossano l’uniforme, ma viaggiano a bordo di auto su cui compaiono le scritte “Carabinieri”, “Polizia”, Guardia di finanza” o “Polizia locale”; contattare il 112 se si hanno dei dubbi; non dare soldi, ricordando che nessun ente invia personale a casa per il pagamento di bollette o rimborsi; mostrare cautela nell’acquisto di merce venduta “porta a porta”.
In aggiunta a ciò, è utile ricordare che le domande mettono in difficoltà il truffatore. Se suona al campanello una persona che sostiene di lavorare per qualche ente, è bene chiedere di quale ente si tratti e dove abbia la sede. Se l’uomo o la donna alla porta parlano di fughe di gas o contaminazioni dell’acqua, vale l’invito a dir loro di telefonare ai Carabinieri, che in uno scenario di questo tipo sarebbero ovviamente informati.
Quella di chiamare il 112 - chiamarlo subito, senza rimandare - è, come dicevamo, una regola sempre valida nei casi sospetti. Ma se si pensa di essere al cospetto di un truffatore, è utile anche comunicargli l’intenzione di contattare un familiare: se davvero si tratta di un truffatore, quest’ultimo molto probabilmente desisterà.
Se poi, purtroppo, la truffa è stata compiuta, occorre raccontare i fatti alle Forze dell’ordine in modo esaustivo, senza provare vergogna: quelle informazioni aiuteranno carabinieri e poliziotti a trovare i colpevoli e ad evitare altre truffe.