La commedia dell’arte è l’arte della commedia: il teatro riflette di sé e fa il pienone

Buona la prima per la rassegna-concorso in memoria di Giovanni Mellano giunta alla 7ª edizione

Oreste Campese, capocomico, con la sua compagnia porta nelle piazze l’arte e la tradizione del teatro girovago; a seguito dell’incendio del suo capannone si rivolge al nuovo prefetto, appena insediato, per chiedere aiuto. Vorrebbe che: “Sua eccellenza venisse ad assistere allo spettacolo «Occhio al buco della serratura», per fare pubblicità e dare visibilità alla compagnia dopo l’incendio”. Il prefetto, anch’egli attore in gioventù ma di scarso livello, accoglie quell’invito come un affronto: “Ho ben altre cose da fare, io; non posso prestarmi a queste buffonate! Se ne vada!”. Campese nella foga dello scontro verbale si ritrova in mano la lista degli appuntamenti del prefetto e, irritato e per ripicca, intima a Sua eccellenza di stare attento. Le persone che si siederanno di fronte a lui, nelle prossime ore, saranno tali o saranno dei personaggi della sua compagnia che reciteranno a soggetto? Si avvicenderanno così un medico, un prete, una maestra e un farmacista. Ognuno coi suoi problemi. Ma saranno storie vere o fasulle? Eduardo ci lascia col dubbio, lo alimenta.

Ruota tutta qui la pièce “L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo messa in scena dalla Compagnia dell’Eclissi di Salerno, martedì 29 settembre nella sala Aldo Nicolaj de I Portici. Ruota sulla funzione “mimetica” del teatro e sulla sua “utilità”.

Dice Campese, al prefetto: “Da bambino mi chiedevo: «Ma l’uomo che fa l’attore, svolge una professione? Un’attività utile al proprio Paese oppure no?»”. Il capocomico ne è convinto: “Non siamo più gli istrioni di un tempo che recitavano la commedia dell’arte, no! Adesso abbiamo imparato a recitare con arte la commedia”. “Non siamo più personaggi in cerca di autore, ma attori - dei professionisti - in cerca di autorità!”.

Insomma non poteva cominciare meglio di così la 7a edizione del premio teatrale Folle d’oro: con un’opera meta-teatrale (cioè che riflette di teatro) e con una sala piena e entusiasta per la bravura della compagnia salernitana. Ad aprire la serata l’esperimento, riuscito, di portare in 5 minuti l’arte contemporanea “in scena”. Dal palco, Giuseppe Perucca, ha raccontato “L’autoritratto con occhiali gialli” (1973) di Michelangelo Pistoletto della collezione La Gaia. Un quadro specchiante che, in linea col testo di Eduardo, inganna i piani: chi è lo spettatore, qual è lo spettacolo; chi soggetto, e chi opera? È l’iniziativa “La pulce nell’orecchio” che continuerà anche nei primi cinque minuti delle altre quattro serate.

 

 

Martedì 6: Mato de guera

Appuntamento martedì 6 ottobre ai Portici, ore 20,45, con un nuovo spettacolo della rassegna-concorso.Sarà in scena “Mato de guera” della compagnia Il satiro teatro di Vadelago, in provincia di Treviso. Testo di Gian Domenico Mazzoccato e regia di Roberto Cuppone. È la storia di Ugo (Gigi Mardegan) che vive la sua vita entrando e uscendo dal manicomio. Ambientata nel 1935 narra la vicenda di un reduce della Prima guerra mondiale che ha vinto il conflitto, ma ha perso tutto il resto: la famiglia, gli amici e la salute. Egli vede all’orizzonte manifestarsi l’ombra di un nuovo tragico scontro mondiale e non si dà pace, si tormenta. Così viene internato e inizia a confessarsi con un giovane medico; cerca di ricordare anche se sono proprio i ricordi i fantasmi che lo hanno fatto impazzire. La narrazione, non senza momenti divertenti e di ironia, diventa il tentativo dolceamaro di curare la pazzia. Follia di un uomo che è lo specchio, anzi la conseguenza della follia dell’intero genere umano. Un’occasione per riflettere nei 100 anni dall’inizio, per l’Italia, della Grande guerra e nei 35 anni dalla morte dello psichiatra Franco Basaglia.

 

Gli abbonamenti sono esauriti, ma qualche biglietto per i singoli spettacoli è ancora disponibile. Per informazioni: 333.4336048 oppure cdf@lacortedeifolli.it.

Fotografie di Mauro Bellavia - Movimento fotografico fossanese