Nuovi paesaggi per Claudio Rolfi in Borgo Vecchio

A Fossano, fino al 30 luglio.

In Borgo Vecchio, fino al 30 luglio e a distanza di poco più di due anni da quando era stato presente nel contesto ufficiale di “Borgo Vecchio eventi”, è tornato ad esporre il ... genovese di Mondovì Claudio Rolfi.
Lo ha fatto in occasione della presentazione del volume che alla moderna sua produzione artistica gli ha dedicato la galleria, di Roncadelle nella bresciana, “Orlando Arte”.
Per la presentazione ufficiale del volume è stato richiesto al comitato del borgo di poter utilizzare questa straordinaria location e la concessione è stata possibile perché il programma ufficiale quest’anno non prevedeva mostre in luglio.
Come ho già scritto in occasione della precedente mostra fossanese proprio in borgo Vecchio, da tempo conosco l’espressività del pittore monregalese e ho avuto occasione di scriverne a più riprese anche nelle circostanze in cui ha esposto a Fossano in passato e, in particolare a Carmagnola, credo nel 1997, quando lo presentai in catalogo.
Fin dai primi inizi i suoi “maestri ispiratori” mi sembrarono Paolo Frosecchi, Jean Mattana, Laura Maestri e, in provincia, Fiorenzo Sasia.
Alle sue spalle stanno studi specifici in quanto al Liceo Artistico di Torino fu allievo di Sandro De Alexandris, Gian Giorgio Massara e Giuseppe Penone; pur tuttavia la sua espressività ha cercato strade diverse e le sue riflessioni si sono indirizzate in un primo momento ad osservare le esperienze metafisiche di De Chirico e Carrà da cui Rolfi si allontanò presto per indirizzarsi verso esperienze come quelle di Giovanni Atzeni e Giuseppe Vignani ed altri ancora.
Soprattutto in quel momento guardò molto anche all’esperienza di Felice Casorati.
Ma tutte quelle riflessioni vennero presto abbandonate perché la sua ricerca andò evolvendo in chiave più decisamente cromatico-tonale: fu allora il momento di certi suoi paesaggi quasi monocromi, spesso con prevalenza dei verdi.
Ma anche questa esperienza venne pian piano superata per avviarsi verso una soluzione espressiva che ragionava su quelle soluzioni ma andava, d’altra parte, per una strada più personale.
Il suo “viaggio” di ricerca è continuato ancora da quel momento e, dopo una parentesi (che si era vista proprio nella precedente mostra in borgo Vecchio) in cui l’artista rifletteva sul valore della luce e, per conseguenza, su un uso raffinato delle cromìe tonali tra i bianchi ed i gialli intensi, Claudio Rolfi per certi versi sembra aver ripiegato un poco su se stesso ma è andato a coniugare nuove tematiche (come quelle delle periferie urbane e delle sponde dei canali,più che i panorami lacustri) con le nuove ricerche sui valori della luce, recuperando al tempo stesso certe soluzioni tecniche già da tempo provate per il supporto che accoglie il dipinto. Nei suoi cieli, suggestione del tempo monregalese, sovente compaiono le mongolfiere che gli consentono suggestivi giochi di chiaroscuro.
Come dice bene Claudio Mana nel piccolo pieghevole predisposto per questa occasione (il tradizionale catalogo già gli era stato dedicato nel 2014) “l’ultimo periodo,pur riconoscibile per la sua personale tecnica pittorica, lo vede protagonista di una nuova evoluzione compositiva e coloristica con evidente tendenza all’astrazione pura”.Un discorso che meriterebbe di essere approfondito proprio per documentare quelle “piacevoli armonie, accostamenti e fusioni cromatiche di sintesi” che Rolfi realizza nei suoi cieli a specchio sui canali, nelle ombre della sera in riva al lago e nei colori abbacinanti dei palazzoni di periferie che affacciano su ponti ed autostrade urbane.
Un discorso interessante che si può vedere nei fine settimana ancora fino al 30 luglio.