Bongioanni, “cassa” per 25 dei 140 dipendenti

Calo nelle commesse dal nord Africa: "Nel 2017 è previsto il ritorno alle normali condizioni di lavoro"

Cassa integrazione ordinaria alla Bongioanni macchine, l’azienda di Fossano che dal 1907 opera nel settore dei laterizi. Viene applicata per dieci settimane, fino alla metà di dicembre, e riguarda a rotazione 25 lavoratori, soprattutto operai, dei circa 140 che costituiscono l’organico.

“Si prevede un moderato utilizzo della Cassa integrazione ordinaria a seguito di un rallentamento degli ordinativi e delle consegne nelle aree del nord Africa, che ha indotto a ridurre i ritmi di produzione per evitare un anomalo incremento delle scorte di magazzino - spiegano dall’azienda -. Gli effetti di questa decisione sono di fatto estremamente modesti, poiché la Cassa interessa solo un ristretto numero di dipendenti per un limitato periodo di tempo”. 

“Dopo alcune avvisaglie di calo delle attività, l’azienda ha manifestato la necessità di contrarre l’orario di lavoro attraverso il ricorso a un ammortizzatore sociale”, spiega Angelo Mangino della Fim Cisl, con cui la Bongioanni macchine ha siglato l’accordo per l’avvio della Cassa integrazione ordinaria: “Ci incontreremo - prosegue - tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, per valutare come si presenterà il 2017: dopo la pausa delle festività natalizie, dovrebbe esserci una ripresa e il ritorno alle normali condizioni di lavoro”. Il sindacato, peraltro, “sulla base delle motivazioni fornite dall’azienda, non manifesta, ad oggi, grosse preoccupazioni”: le difficoltà sembrano infatti dovute a “semplici ritardi nelle commesse”.

“La Bongioanni realizza un prodotto particolare, macchine per la produzione di laterizi - aggiunge Mangino -. Bisogna considerare che in Italia e in Europa il mercato edilizio è da tempo in decrescita; i mercati internazionali a cui si rivolge la Bongioanni, come il nord Africa, l’Iran e l’Europa dell’Est, appaiono generalmente più attrattivi e rappresentano un’opportunità, ma in questo momento sono a loro volta in difficoltà per la crisi del petrolio”.