Danni da fauna. Confagricoltura Cuneo chiede interventi alla Provincia

Si vuole la revoca della Zona ripopolamento e cattura (Zrc) di Cuneo e San Rocco Castagnaretta

A fronte delle numerose segnalazioni da parte delle aziende agricole associate di danni alle colture provocati per lo più da cinghiali e caprioli, la Confagricoltura di Cuneo ha scritto una lettera alla Provincia di Cuneo, con cui chiede la revoca della Zona ripopolamento e cattura (Zrc) situata a Cuneo, in località San Rocco Castagnaretta, e si dichiara disponibile a un confronto per risolvere il problema. “La situazione è divenuta insostenibile, a causa della proliferazione incontrollata di cinghiali e caprioli, che ha raggiunto livelli ormai intollerabili per lo svolgimento dell’attività agricola - spiegano da Confagricoltura Cuneo il presidente Enrico Allasia e il responsabile di zona Adriano Rosso –. L’incremento della popolazione di fauna selvatica nell’area era già stato fortemente favorito dall’esiguo controllo venatorio, limitato a sua volta dalle stringenti norme in materia, in quanto la Zrc si trova all’interno dell’area protetta Parco fluviale Gesso e Stura”.
I danni provocati dai selvatici sono in costante aumento in tutta la provincia di Cuneo favoriti anche dagli scorsi mesi di lockdown. Una situazione di difficoltà crescente alla quale la Regione ha tentato di ovviare revocando, a metà dello scorso mese di maggio, la sospensione della caccia di selezione consentendola fino al 30 giugno nel rispetto della vigente normativa in tema di contenimento Covid-19.
“Ben venga la revoca della sospensione decisa dalla Regione, ma il fermo di questi mesi chiaramente avrà pesanti ripercussioni sul comparto agricolo di tutta la Granda – conclude Adriano Rosso –. La sospensione di tutta l’attività di controllo emergenziale nelle zone agricole fatta direttamente dai coltivatori diretti con porto d’armi per sé e per i colleghi, così come l’inibizione degli interventi agli enti provinciali nei parchi non potrà non lasciare pesanti strascichi. La gestione della fauna e i danni prodotti dai selvatici alle aziende del comparto primario non sono due questioni disgiunte e vanno affrontate con maggior concretezza a tutti i livelli, attraverso una strategia nazionale, regionale e provinciale”.