In divisa contro il Coronavirus

La Polizia locale di Fossano presenta l'attività svolta nel 2020: fino a 300 chiamate al giorno

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Foto Loris Salussolia

Non solo i camici: anche le divise sono state impegnate nella lotta al Coronavirus. E anche per le Forze dell'ordine quello appena trascorso è stato un anno anomalo.
Lo scorso gennaio, sempre a causa della pandemia, la Polizia locale di Fossano non ha potuto festeggiare San Sebastiano, patrono degli agenti, come vuole la tradizione: la cerimonia avrebbe creato un assembramento. Nei giorni scorsi il suo comandante, Giacomo Cuniberti, ha però dato appuntamento ai giornalisti per presentare l’attività svolta nel 2020. Ed è stata l’occasione di scoprire come la lotta alla pandemia ha modificato il lavoro di donne e uomini in divisa.

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La lotta al Covid
Numerosi i controlli effettuati sul rispetto delle norme straordinarie introdotte per il contrasto al Coronavirus: “Il nostro obiettivo era quello di condividere queste norme con i cittadini, e non di fare cassa”, ha detto Cuniberti. A Pasqua e Pasquetta sono stati impiegati anche i droni, scelta adottata anche in altre città e che a livello nazionale ha suscitato critiche (“Va contestualizzata: per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, le città erano «chiuse»), mentre in piazza Manfredi è stato allestito un “presidio fisso” (come “un simbolo della nostra presenza sul territorio”). Ovviamente gli agenti non hanno adottato il telelavoro come altri dipendenti della pubblica amministrazione, anzi sono stati tutti impiegati “in strada” con la sola inevitabile eccezione del centralinista e del piantone; 5 di loro sono stati colpiti dal virus, ma si è riusciti ad evitare che il contagio si diffondesse agli altri e l’intero Corpo dovesse sospendere il servizio.
Durante l’estate, quando è stata concessa maggiore libertà ai cittadini e l’Amministrazione comunale di Fossano ha organizzato alcuni eventi pubblici, la Polizia locale ha lavorato perché si svolgessero in sicurezza: alla “safety” e la “security” si sono così aggiunte le norme igienico-sanitarie per la prevenzioni del contagio.
La brutta stagione ha portato nuove disposizioni e, in particolare, l’assegnazione alle regioni di colori diversi secondo la situazione epidemiologica. I cittadini telefonavano spesso al Comando per chiedere informazioni su ciò che i Dpcm consentivano e vietavano, e in alcuni giorni di novembre e dicembre le chiamate ricevute toccavano quota 300.

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Le altre attività
Meno libertà di spostamento a causa dei vari Dpcm, meno traffico e meno sanzioni. È una catena di cause ed effetti prevedibile, che fa registrare numeri in calo, per quanto riguarda quelle che impropriamente si definiscono multe, anche a Fossano. Ma ciò non significa che, nell’anno del Coronavirus, gli agenti abbiano “dimenticato” le attività tradizionali.
Oltre ai controlli sul rispetto del Codice della strada, ci sono stati quelli nei cantieri, sul corretto smaltimento dei rifiuti e la conduzione dei cani. E ci sono i servizi dedicati alla sicurezza degli alunni, all’entrata e all’uscita dalle scuole, ovviamente nel periodo in cui non si è fatto ricorso alla didattica a distanza; sempre per bambini e bambine gli agenti hanno continuato a tenere lezioni di Educazione stradale, non più “dal vivo” ma “on line”.
Non è mancato neppure l’impegno per la prevenzione dei furti e altri reati: in particolare, nuove telecamere capaci di leggere le targhe dei veicoli sono comparse sul territorio fossanese e molte “coprono” le strade delle frazioni. La presenza delle divise è stata forte anche in quelle aree generalmente considerate “a rischio”, ad esempio la stazione ferroviaria e il parcheggio sotterraneo.

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